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La pillola nella gestione della PCOS: parliamone con il Prof. Vittorio Unfer

Intervista Professor Vittorio Unfer

Professore, partiamo da una delle affermazioni che ha fatto discutere: “la pillola regolarizza il ciclo”. È corretto usare questa espressione?

“Partiamo proprio dalla definizione di ciclo. In medicina, quando parliamo di ciclo, intendiamo qualcosa che si ripete regolarmente. Con l’assunzione della pillola, si ha effettivamente una mestruazione ciclica, chiamata mestruazione da sospensione, che avviene per effetto del calo ormonale indotto dal farmaco. Dunque, nella pratica clinica, è corretto dire che la pillola ‘regolarizza il ciclo’. Naturalmente, è importante chiarire che non si tratta di un ciclo ovarico spontaneo: le ovaie sono ‘messe a riposo’, quindi l’ovulazione non avviene.

Quindi la pillola è ancora prescritta nella PCOS. Ma è sempre indicata?

“La risposta è: dipende. Dobbiamo sempre valutare il caso specifico, la persona, il momento della vita in cui si trova, e soprattutto i suoi sintomi predominanti. Non possiamo ignorare che la pillola può offrire dei vantaggi, ad esempio nella gestione dell’iperandrogenismo – quindi acne, irsutismo, alopecia.”

Cosa non fa invece la pillola, nella PCOS?

“Non agisce sulla parte metabolica, ed è un punto chiave. La PCOS è una sindrome endocrino-metabolica: se una paziente presenta obesità o insulino-resistenza, la pillola da sola non è utile – in alcuni casi può persino peggiorare il quadro. In questi casi, il trattamento di prima linea resta lo stile di vita: dieta, attività fisica e terapia con myoinositolo, meglio se in associazione con alpha-lattoalbumina, per almeno 12 mesi.”

E nei fenotipi non metabolici, come il fenotipo D?

“Ottima domanda. Il fenotipo D è quello senza iperandrogenismo, e con un profilo ormonale meno compromesso. Qui la pillola può avere un ruolo più favorevole, soprattutto se associata a molecole fitoterapiche come la Dioscorea villosa, la diosgenina o la vitamina D. Ancora una volta, la chiave è la personalizzazione.”

In sintesi, come possiamo aiutare le pazienti a orientarsi?

“La pillola non è né sempre giusta né sempre sbagliata. È uno strumento che, se usato in modo consapevole, personalizzato e associato a un piano di trattamento completo, può dare benefici. Ma non può e non deve essere l’unico pilastro della terapia per la PCOS.

Quali sono le considerazioni da fare in base all’età della paziente?

“La gestione della PCOS cambia molto anche in base alla fase della vita, sono solo dei segni e sintomi, ma anche di quando si presentano. Nelle adolescenti, l’uso della pillola va valutato con particolare cautela. In questa fascia d’età, infatti, i sintomi della PCOS possono sovrapporsi ai normali cambiamenti della pubertà, come l’irregolarità del ciclo o l’acne. La pillola può essere utile per migliorare l’aspetto della pelle e ridurre il disagio legato all’irsutismo, ma va sempre accompagnata da una valutazione attenta e da una rivalutazione della diagnosi nel tempo. Nelle donne adulte, invece, la pillola può avere un ruolo più definito nella gestione dei sintomi, ma è fondamentale distinguere se ci si trova in una fase di ricerca di gravidanza, in cui ovviamente non è indicata, o se si è in una fase di gestione dei sintomi o prevenzione endometriale. In ogni caso, non deve mai essere una soluzione unica: deve essere inserita in un piano terapeutico più ampio, cucito su misura per ogni donna.”

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