I fenotipi della PCOS
La diagnosi della PCOS si basa, attualmente, sui Criteri di Rotterdam del 2003 [2], che richiedono la presenza simultanea di almeno due dei seguenti tre criteri:
- iperandrogenismo (aumentato livello di ormoni sessuali maschili),
- oligo/ anovulazione (ovulazione sporadica o assente),
- presenza di cisti ovariche (ovaio policistico).
Il primo criterio, l’iperandrogenismo clinico o biochimico, si basa sulla presenza di evidenze biochimiche di androgeni circolanti elevati o manifestazioni cliniche come irsutismo, acne o alopecia [3].
Il secondo criterio riguarda le disfunzioni ovulatorie, con sottocategorie come oligomenorrea, polimenorrea o amenorrea [4].
Il terzo criterio si riferisce all’ovaio policistico, identificato ecograficamente dalla presenza di numerosi follicoli o un volume ovarico superiore a 10 cm³ [5].
E proprio in base a tutto questo la comunità scientifica ha identificato 4 tipi o fenotipi di PCOS, distinguibili per le manifestazioni cliniche e le caratteristiche ormonali: [2]
- Fenotipo A: presenta segni e sintomi di iperandrogenismo, disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.
- Fenotipo B: presenta iperandrogenismo e disfunzione ovulatoria.
- Fenotipo C: presenta iperandrogenismo e ovaio policistico.
- Fenotipo D: presenta disfunzione ovulatoria e ovaio policistico.
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche E tu, che PCOS sei?
Fenotipo D, un tipo a parte
Il Fenotipo D, l’unico non iperandrogenico, è stato recentemente approfondito in uno studio pubblicato su Biomedicines, che ha esaminato gli effetti del trattamento con inositolo nei diversi fenotipi, iperandrogenico e non iperandrogenico [1].
Quest’ultimo si caratterizza, infatti, per la presenza di disfunzioni ovulatorie e cisti ovariche; sul piano ormonale, invece, si presenta con normali livelli di androgeni e Free Androgen Index (FAI), un valore di LH (ormone luteinizzante) inferiore e una minore prevalenza di alterazioni metaboliche [6].
Quando si fa riferimento a queste alterazioni, in particolare, si parla di insulino-resistenza e sindrome metabolica che risultano meno rappresentate nel fenotipo D, rispetto ai fenotipi A-B-C [6].
Al contrario invece, il Fenotipo D sembra avere un microbiota intestinale alterato quando comparato a quello delle donne senza PCOS. [7]
È evidente come, a questo punto, il Fenotipo D richieda un approccio terapeutico distinto per questo sottogruppo di pazienti con esigenze così specifiche, rispetto agli altri fenotipi. Soprattutto alla luce del fatto che il trattamento con myo-inositolo si è dimostrato efficace nel ripristino dei parametri metabolici e ormonali alterati nei fenotipi iperandrogenici A-B-C, ma ha avuto risultati meno significativi nel Fenotipo D [1].
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche PCOS, esploriamo il fenotipo D
Fonte:
[1] V. Unfer et al., Treatment with Myo-Inositol Does Not Improve the Clinical Features in All PCOS Phenotypes
[2] Revised 2003 consensus on diagnostic criteria and long-term health risks related to polycystic ovary syndrome (PCOS)
[3] Emanuel RHK. et al. A review of the hormones involved in the endocrine dysfunctions of polycystic ovary syndrome and their interactions
[4] JP. et al., Current Guidelines for Diagnosing PCOS
[5] Mumusoglu S. et al., The prevalence and phenotypic manifestations of polycystic ovary syndrome (PCOS) among infertile Sudanese women: a cross-sectional study
[6]Nadine M P Daan et al., Cardiovascular and metabolic profiles amongst different polycystic ovary syndrome phenotypes: who is really at risk?
[7] Suturina L. et al., Polycystic Ovary Syndrome and Gut Microbiota: Phenotype Matters