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PCOS: alfa-lattoalbumina, quale ruolo nella disbiosi intestinale?

pcos alfa-lattoalbumina e disbiosi intestinale

α-lattoalbumina, cos’è?

L’α-LA è una piccola proteina presente nel siero di latte umano e di molte specie animali alla quale vengono attribuite numerose azioni biologiche tra cui: riduzione dello stress, attività antibatterica, azione antiipertensiva, regolazione della crescita cellulare, attività antiulcera, immunomodulante, ma soprattutto specifiche azioni intestinali.

L’α-LA, grazie agli amminoacidi di cui è composta come triptofano (precursore della serotonina, nota anche come “ormone del buonumore”) cisteina (precursore del glutatione, nota riserva antiossidante del nostro organismo), possiede un elevato valore nutrizionale. E sono proprio queste caratteristiche la a renderla perfetta per la fortificazione dei prodotti alimentari e degli alimenti ai fini medici, anche in alimenti privi di lattosio.

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α-lattoalbumina e PCOS, quale relazione?

Come abbiamo visto, grazie al suo profilo amminoacidico e alle sue molteplici azioni biologiche, l’α-LA trova ampie applicazioni nella salute umana, soprattutto per quanto riguarda tutti quei disturbi che presentano un microbiota alterato, come la PCOS.

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La maggior parte delle donne PCOS presenta infatti disbiosi gastrointestinale, che è proprio uno dei meccanismi che innesca lo sviluppo della sindrome. Ed è questa disbiosi intestinale ad aumentare l’infiammazione che altera il meccanismo di segnalazione dell’insulina (insulino-resistenza), che a sua volta causa iperinsulinemia che determina a livello ovarico un aumento nella sintesi di androgeni che determinano un arresto dello sviluppo del follicolo (cisti ovariche) con oligo-anovulazione. [3]

Ma cosa causa la disbiosi intestinale?

Due condizioni chiave nel determinare la disbiosi intestinale sono rappresentate dall’obesità e dalle diete ricche di grassi e povere di fibre, in quanto possono indurre uno spostamento della composizione del microbiota a favore dei “batteri cattivi”.

Questo processo interferisce con la funzione del recettore dell’insulina, determinando insulino-resistenza e conseguente iperinsulinemia compensatoria che può portare all’aumento degli androgeni ovarici e impedire lo sviluppo di follicoli normali. Ciò causa quindi le classiche caratteristiche patologiche della PCOS, tra cui disturbi mestruali, iperandrogenismo e ovaio policistico, a sostegno della cosiddetta teoria microbiologica della PCOS, “disbiosi del microbiota intestinale” (DOGMA).

Secondo la teoria DOGMA, sia la disbiosi indotta dalla dieta che quella indotta dall’obesità possono innescare lo sviluppo della PCOS. In effetti, entrambe queste condizioni sono comuni nelle donne con la sindrome poiché l’adiposità viscerale è associata a una maggiore insulino-resistenza e alterazioni metaboliche e riproduttive. [3]

Diversi studi hanno anche dimostrato che una forte relazione tra microbiota e livelli di ormoni sessuali contribuisce alla patogenesi della PCOS e che i cambiamenti nel microbiota intestinale dellei pazienti con PCOS sono correlati a iperandrogenismo e caratteristiche come irsutismo e alti livelli di testosterone.

α-lattoalbumina, l’alleato per migliorare la disbiosi

Dato che come abbiamo visto il microbiota è coinvolto nella patogenesi della PCOS, gli approcci volti a migliorare la salute del microbiota stanno diventando sempre più importanti nei protocolli di trattamento della PCOS.

Le Linee guida internazionali del 2018 incoraggiano prima di tutto a seguire uno stile di vita sano per ripristinare l’eubiosi nelle pazienti con PCOS. Ma anche l’assunzione di prebiotici può aiutare a correggere la disbiosi e favorire un migliore assorbimento intestinale che risulta alterato in questa patologia.

E proprio l’α-LA può controllare l’instaurarsi di una corretta flora intestinale, prevenendo o recuperando la disbiosi e gli effetti metabolici correlati. A conferma di ciò, una recente meta-analisi ha valutato 12 studi randomizzati controllati dimostrando come l’uso di alcuni ceppi batterici, compresi quelli stimolati da α-LA, è associato a un significativo miglioramento dell’emoglobina glicata e dell’HOMA-IR nelle pazienti con diabete di tipo 2, suggerendo gli effetti positivi dell’α-LA nel ripristino dei parametri metabolici. [2]

α-lattoalbumina, i possibili effetti sull’umore

Diversi studi hanno evidenziato la connessione tra eubiosi intestinale e salute mentale. Sembra infatti che le popolazioni microbiche che abitano l’intestino contribuiscono alla sintesi di vitamine, minerali e peptidi che possono comunicare con il cervello. Ecco quindi spiegato come le alterazioni del microbiota intestinale possono influenzare la secrezione di queste vitamine e minerali, il cui esaurimento è correlato alla patogenesi della depressione e di altri disturbi mentali, tipici della sindrome dell’ovaio policistico.

Va ricordato infatti che circa il 34% delle donne che soffrono di PCOS manifestano depressione, mentre il 45% manifesta ansia, contro il 7% della popolazione femminile. [4]

E recenti analisi hanno proprio mostrato chiaramente che l’attività prebiotica dell’α-LA è molto importante anche nel trattamento delle malattie comportamentali. Uno studio preclinico ha infatti rivelato che, negli individui vulnerabili allo stress, una dieta arricchita di α-LA ha migliorato l’umore e attenuato i livelli di cortisolo aumentando i livelli di triptofano, aumentando così il contenuto di serotonina nel cervello. [2]

Conclusioni

Studi recenti hanno quindi rivelato una forte associazione nelle pazienti PCOS tra i cambiamenti del microbiota intestinale e alcuni parametri clinico-metabolici.

In questo quadro così complesso, diverse analisi si sono concentrate sulla supplementazione dell’α-LA che, grazie al suo effetto prebiotico, può ripristinare l’equilibrio alterato del microbiota intestinale, diminuendo lo stato di infiammazione sistemica e migliorando la sensibilità all’insulina delle donne PCOS.

Quindi l’α-LA può soddisfare la necessità di un approccio terapeutico multidirezionale nelle pazienti con sindrome dell’ovaio policistico, considerando sia il suo effetto sulla resistenza all’inositolo sia la sua attività nella gestione di diversi aspetti della sindrome.

Fonti

[1] Facchinetti F et. al, Experts’ opinion on inositols in treating polycystic ovary syndrome and non-insulin dependent diabetes mellitus: a further help for human reproduction and beyond.
[2] V. Cardinale et al., Positive Effects of α-Lactalbumin in the Management of Symptoms of Polycystic Ovary Syndrome
[3] K. Tremellen, K. Pearce, Dysbiosis of Gut Microbiota (DOGMA)–a novel theory for the development of Polycystic Ovarian Syndrome
[4] A.A. Deeks et al., Is having polycystic ovary syndrome a predictor of poor psychological function including anxiety and depression?

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