La scala di Ferriman-Gallwey e l’autovalutazione
Il metodo clinico più utilizzato per valutare l’irsutismo è la scala modificata di Ferriman-Gallwey (mFG), che assegna un punteggio da 0 a 4 a nove diverse aree del corpo. Il punteggio totale indica la severità dell’irsutismo. Tuttavia, l’uso della mFG in ambito clinico richiede esperienza, buona illuminazione e condizioni standardizzate. Da qui nasce l’idea di versioni autovalutative, che permettano alle donne di controllare il sintomo a casa, magari tramite questionari con illustrazioni o app digitali.
Cosa dice la scienza: uno strumento utile, ma con cautela
Uno studio brasiliano pubblicato nel 2024 ha confrontato l’accuratezza della scala mFG autovalutata rispetto alla valutazione clinica eseguita da specialisti. I risultati? Un’accuratezza dell’80%, con una sensibilità altissima (95%), ma una specificità piuttosto bassa (56%). Tradotto: la maggior parte delle donne riesce a intercettare correttamente un problema, ma c’è il rischio di sovrastimare la gravità dell’irsutismo, classificandolo erroneamente come più severo del reale.
Questa tendenza all’auto-sovradiagnosi può alimentare ansia e disagio, soprattutto in chi già vive con i sintomi della PCOS. Anche il questionario Hirsuta, basato su sole cinque aree corporee, ha mostrato risultati inferiori rispetto alla mFG autovalutata, confermando che semplificare troppo può ridurre l’efficacia diagnostica.
Quando e come usare questi strumenti?
Gli strumenti di autovalutazione non sono pensati per una diagnosi clinica, ma possono essere utili per:
- Monitorare l’evoluzione dei sintomi nel tempo, soprattutto in risposta a cambiamenti nello stile di vita o terapie.
- Prepararsi a una visita medica, fornendo al professionista informazioni strutturate da confrontare.
- Aumentare la consapevolezza del proprio corpo, senza però sostituire l’occhio esperto del medico.
Verso il futuro: intelligenza artificiale e videodermoscopia
Un’altra frontiera promettente è rappresentata dalla valutazione oggettiva tramite software e strumenti digitali, come la videodermoscopia. Secondo uno studio italiano pubblicato su L’Endocrinologo, l’uso di tricoscopia e analisi automatizzata delle immagini consente una misurazione precisa di densità, spessore e numero dei peli terminali, offrendo dati più affidabili rispetto alla semplice osservazione visiva.
Alcuni strumenti, come Trichoscale AI, combinano videodermoscopia e intelligenza artificiale per offrire valutazioni standardizzate e ripetibili, molto utili sia in ambito clinico che nella ricerca.
Conclusioni
L’autovalutazione dell’irsutismo può essere uno strumento di empowerment, ma deve essere usata con consapevolezza. Non sostituisce la diagnosi medica, ma può aiutare le donne con PCOS a tenere traccia del proprio sintomo e ad affrontare meglio il percorso terapeutico. In futuro, tecnologie più sofisticate e accessibili potrebbero rendere la valutazione dell’irsutismo ancora più precisa, riducendo l’impatto psicologico e migliorando la qualità delle cure.
Fonti
C. Moretti et al., Irsutismo: focus su patogenesi e diagnosi, l’Endocrinologo 2021
Oliveira TF, Oliveira TF, Santana DC, Rocha ALL, Cândido AL, Comim FV. Comparison of self-assessed and clinician-assessed hirsutism diagnosed according to the modified Ferriman-Gallwey scale among female outpatients in Brazil. Arch Endocrinol Metab. 2024