1. Se hai le cisti ovariche hai sicuramente la PCOS
A causa del suo nome, molte persone credono che sia necessario avere le cisti ovariche per ricevere una diagnosi PCOS. Ma non è così, è possibile infatti avere la sindrome dell’ovaio policistico senza avere ovaie policistiche.
E questo è stato stabilito nel 2003 dai Criteri di Rotterdam, utilizzati e condivisi da quasi tutta la comunità scientifica. [1]
Tale documento stabilisce, infatti, che si può affermare la presenza di PCOS in donne che manifestino almeno due dei seguenti criteri:
- Iperandrogenismo definito sulla base di manifestazioni cliniche e/o dalla rilevazione di valori ematici elevati di androgeni, in particolare il testosterone;
- Oligo-amenorrea (cicli irregolari) con oligo-anovulazione cronica (mancanza di ovulazione);
- Ovaio policistico all’indagine ecografica.
Pertanto, si può soffrire di PCOS senza avere ovaio policistico!
Nelle donne con PCOS in cui si riscontra un ovaio policistico all’esame ecografico, a differenza della PCO, si vedranno un numero di cisti >12, di dimensioni comprese tra 2-9 mm, con una disposizione a corona intorno all’ovaio, associati ad un aumento del volume ovarico.
Pertanto, per una diagnosi di PCOS è necessario non solo effettuare un’ecografia ovarica ma anche una serie di indagini biochimiche per misurare i livelli degli ormoni maschili, il rapporto FSH/LH e controllare i parametri metabolici (glicemia e insulina).
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche PCOS e ovaio policistico: che differenza c’è?
2. Le donne con PCOS sono sempre in sovrappeso
Anche se la sindrome dell’ovaio policistico è spesso correlata all’eccesso di peso, non è solo prerogativa delle donne in sovrappeso. Essendo una sindrome complessa colpisce le donne in modo diverso; si stima infatti che circa il 30% delle donne PCOS sono magre o normopeso con BMI (indice di massa corporea) ≤25. [2]
Per questo motivo, molto spesso le donne magre con PCOS riscontrano difficoltà nel riceve una diagnosi, che arriva solo quando sono alla ricerca di una gravidanza e faticano ad ottenerla.
Nonostante le donne PCOS in sovrappeso soffrono di squilibri ormonali e metabolici più importanti rispetto alle PCOS normopeso o magre, i segni e sintomi che lamentano sono piuttosto simili. [3]
Allo stesso tempo, da diversi studi scientifici è emerso che l’alterata sensibilità all’insulina può essere presente anche nelle donne PCOS normopeso, tanto che la sua prevalenza è segnalata tra il 6 e il 22%. [4]
Per quanto riguarda invece il diabete di tipo 2, le donne magre PCOS hanno più probabilità di soffrirne rispetto alle donne sane e circa il 3-10% delle donne magre con PCOS è affetto da diabete non diagnosticato. [5]
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche La PCOS colpisce anche le donne magre?
3. La PCOS si può curare
Ad oggi non esiste una cura definitiva per la PCOS, ma ci sono diverse terapie che possono migliorare la qualità di vita, oltre che il profilo ormonale e metabolico.
Le linee guida indicano come primo approccio terapeutico le modifiche allo stile di vita che comprendono:
- Attività fisica: diversi studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico è in grado di migliorare il benessere fisico e psicologico nelle donne PCOS. Già solo 150 minuti di attività fisica a settimana sono in grado di mettere in moto una serie di meccanismi positivi per il corpo e l’equilibrio ormonale. [6]
- Alimentazione sana e specifica: dalle evidenze scientifiche è emerso che un’alimentazione sana e una dieta mirata a basso indice glicemico rappresentano una delle prime strategie terapeutiche per contrastare i sintomi della PCOS, ripristinare il ciclo mestruale e la fertilità. Inoltre, una dieta mirata non soltanto contribuisce ad alleviare segni e sintomi della PCOS, ma è anche la chiave per prevenire complicazioni più gravi a lungo termine, come patologie cardiovascolari e diabete [7].
- Perdita di peso, se necessario: diversi studi hanno dimostrato come anche solo una perdita del 5% del peso può migliorare l’insulino-resistenza, i livelli ormonali, il ciclo mestruale, la fertilità e la qualità di vita complessiva delle donne PCOS. [8]
Ma è possibile contrastare i disturbi e la sintomatologia della sindrome anche tramite l’impiego di sostanze naturali o farmacologiche come:
- Myo-inositolo: trattandosi di una molecola naturale ha un alto profilo di sicurezza, tanto da essere stato inserito dalla Food and Drug Administration nella lista dei GRAS. Diversi studi hanno, infatti, dimostrato come l’inositolo, molecola naturalmente presente nel nostro organismo, è utile nel ripristinare l’equilibrio ormonale e la funzionalità ovarica e nel migliorare i parametri metabolici delle donne PCOS. [9]
- Pillola contraccettiva: rappresenta una delle strategie più diffuse per il trattamento della PCOS oltre che un valido aiuto per alleviare i sintomi della sindrome come acne, irsutismo, alopecia e seborrea. Tuttavia, è da considerare che la pillola anticoncezionale, nell’ambito della PCOS, rappresenta una strategia esclusivamente sintomatologica, che non agisce sulle cause della patologia e che quindi andrebbe associata ad altri interventi. [10]. Inoltre, la pillola non risponde alle esigenze di tutte quelle donne che desiderano una gravidanza o che non possono assumerla.
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche La PCOS non si cura, ma si può gestire
4. Con la PCOS non si può rimanere incinta
La sindrome dell’ovaio policistico è tra le principali cause di infertilità nella donna che, proprio a causa degli squilibri ormonali e delle alterazioni del ciclo mestruale, trova difficoltà a concepire.
Il percorso di ricerca di una gravidanza in presenza di PCOS può risultare difficile, ma non è impossibile! Ci sono, infatti, alcune azioni utili a migliorare lo stato di salute e ad aumentare le chance di una gravidanza.
Di fondamentale importanza, vista la complessità della sindrome, è affidarsi a un team di specialisti (in particolar modo ginecologo ed endocrinologo) per un approccio multidisciplinare che possa contribuire ad aumentare le chance di gravidanza e migliorare il quadro di salute della donna.
Tuttavia, uno dei primi passi da fare è adottare uno stile di vita sano che includa una dieta specifica e bilanciata a basso indice glicemico e un’attività fisica regolare. [11]
Infine, in un quadro così complesso subentrano le ricerche sui benefici dell’integrazione di alcune molecole naturali come l’inositolo. Diversi studi scientifici hanno, infatti, dimostrato che questa molecola naturale può risultare utile, oltre che nel migliorare i parametri metabolici delle donne PCOS, anche nel ripristinare l’equilibrio ormonale e la funzionalità ovarica. [9]
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche Restare incinta con la sindrome dell’ovaio policistico
5. Con la menopausa la PCOS sparisce
La sindrome dell’ovaio policistico è una long-life condition, che accompagna l’intera vita riproduttiva della donna. Infatti, gli studi hanno dimostrato che l’aumento della secrezione degli androgeni ovarici e l’infiammazione cronica, tipiche delle donne PCOS, persistono anche dopo la menopausa. [12]
Questo indica quindi come la sindrome possa peggiorare ulteriormente i rischi endocrini, cardiovascolari e metabolici tipicamente associati alla menopausa: obesità, intolleranza al glucosio, diabete mellito di tipo 2, ipertensione, dislipidemia, sindrome metabolica, cancro endometriale, ansia e depressione. [13]
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche PCOS: cosa succede quando arriva la menopausa?
Fonti
[1] Rotterdam ESHRE/ASRM-Sponsored PCOS Consensus Workshop Group. Revised 2003 consensus on diagnostic criteria and long-term health risks related to polycystic ovary syndrome.
[2] A.S. Kumari et al., Metformin monotherapy in lean women with polycystic ovary syndrome
[3] Shiqin Zhu et. al., Metabolic disturbances in non-obese women with polycystic ovary syndrome: a systematic review and meta-analysis.
[4] M. Gojal et al., Debates Regarding Lean Patients with Polycystic Ovary Syndrome: A Narrative Review
[5] R. Pelanis et al., The prevalence of Type 2 diabetes is not increased in normal-weight women with PCOS
[6] A. Woodward et al., Exercise and Polycystic Ovary Syndrome
[7] A. Gambineri et al., Polycystic Ovary Syndrome Is a Risk Factor for Type 2 Diabetes
[8] M. Rondanelli et al., Focus on metabolic and nutritional correlates of polycystic ovary syndrome and update on nutritional management of these critical phenomena
[9] Facchinetti F et. al., Experts’ opinion on inositols in treating polycystic ovary syndrome and non-insulin dependent diabetes mellitus: a further help for human reproduction and beyond
[10] M. L. Traub, Assessing and treating insulin resistance in women with polycystic ovarian syndrome
[11] R. J. Norman et al., The role of lifestyle modification in polycystic ovary syndrome
[12] J. Puurunen et al., Unfavorable hormonal, metabolic, and inflammatory alterations persist after menopause in women with PCOS
[13] N. Helvaci e B. O. Yildiz, Polycystic ovary syndrome and aging: Health implications after menopause