La community sulla sindrome dell'ovaio policistico
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Cos’è la menopausa

La menopausa rappresenta il risultato della riduzione, fino all’esaurimento, del patrimonio follicolare delle gonadi femminili, le ovaie, con conseguente scomparsa dell’attività secretoria ovarica.

Per climaterio, invece, si intende tutto il periodo che va dalla pre-menopausa al post-menopausa, caratterizzato tipicamente da una forte instabilità ormonale cui seguono una serie di modificazioni fisiologiche in crescendo.

Il declino dell’attività ovarica si ripercuote su tutta una serie di funzioni di carattere trofico, metabolico, psicologico e sessuale che contribuiscono a rendere complesso e al tempo stesso estremamente variabile il quadro soggettivamente vissuto da ogni donna in questa fase della sua vita. [1]

Diversamente dall’opinione popolare, va ribadito che la menopausa non è una malattia da deficit ormonale, ma piuttosto un fenomeno fisiologico che segnala l’inizio di un nuovo periodo della vita della donna che ormai, nel mondo occidentale, occupa circa un terzo della sua esistenza. Di solito, è necessario un periodo di amenorrea di sei-dodici mesi per porre diagnosi di menopausa. [1]

Inoltre, la menopausa può essere classificata in due categorie principali:

  1. spontanea
  2. provocata

Quest’ultima, a sua volta, può essere chirurgica, chimica o da farmaci (chemioterapici, ecc.). [1]

Menopausa, come si manifesta?

Le manifestazioni cliniche sono variabili da donna a donna. Le più precoci e tipiche sono:

  • irregolarità del ciclo mestruale e alterazioni dell’equilibrio psico-emotivo e neurovegetativo (soprattutto in pre-menopausa), che si traducono in affaticabilità, irritabilità, cefalea, vampate di calore, sudorazione, parestesie, vertigine, palpitazioni, insonnia, ecc.
  • con il sopravvenire della menopausa vera e propria, il quadro clinico è dominato da una serie di manifestazioni, tra le quali la vampata di calore, seguita da sudorazione;
  • in fase di post-menopausa, prevalgono i segni dipendenti da fenomeni involutivi a carico dei vari apparati e dalle alterazioni metaboliche dovute alla carenza di estrogeni (atrofia endometriale, secchezza vaginale, ecc.). [1]

Menopausa e PCOS, quali i rischi associati?

La sindrome dell’ovaio policistico è una long-life condition, vale a dire una condizione che accompagna l’intera vita riproduttiva della paziente.

Una parte sostanziosa dei dati a nostra disposizione indica come la Sindrome possa peggiorare ulteriormente i rischi endocrini, cardiovascolari e metabolici tipicamente associati alla menopausa anche in donne senza PCOS: obesità, intolleranza al glucosio, diabete mellito di tipo 2, ipertensione, dislipidemia, sindrome metabolica, cancro endometriale, ansia e depressione. [2]

Prima di descrivere più nel dettaglio quanto menzionato, occorre precisare che gli studi eseguiti a riguardo presentano diversi limiti che li rende bisognosi di integrazioni e revisioni.

Obesità
L’aumento del body mass index o indice di massa corporea (BMI) è un’importante caratteristica delle donne in menopausa. L’evidenza dimostra che l’aumento di peso nella seconda metà della vita è influenzato principalmente dall’invecchiamento; tuttavia, non bisogna dimenticare che i cambiamenti dell’assetto ormonale tipici della menopausa causano una ricomposizione corporea che favorisce l’obesità addominale.

Si sospetta che le donne in menopausa con PCOS associata abbiano una maggiore tendenza a sviluppare obesità, in particolar modo addominale.[2]

Ricordiamo che per obesità addominale si intende, perlopiù, non solo l’accumulo di tessuto adiposo sottocutaneo ma anche a livello dei visceri addominali; è importante ricordarlo, perché è in quest’ultimo caso che aumenta notevolmente il rischio metabolico e cardiovascolare.

In sostanza, la maggior parte dei dati raccolti indica che, in post-menopausa, le donne con PCOS saranno “più obese” delle pazienti senza PCOS.

Intolleranza al glucosio, DM2, dislipidemia e rischio cardiovascolare
Sono presenti numerosi articoli che sottolineano la correlazione tra PCOS, insulino-resistenza e Diabete Mellito di tipo 2.
Il profilo glicemico alterato può avere come conseguenza lo sviluppo di dislipidemia, vale a dire riduzione del colesterolo HDL (quello definito “buono”), aumento del colesterolo LDL e aumento dei trigliceridi.

A ciò si associa come diversi studi abbiano rilevato un aumentato spessore della parete di arterie carotidi e coronarie nelle pazienti con PCOS, anche se questi dati necessitano di revisione.

Anche in questo caso, si tratta di cambiamenti metabolici che si verificano nelle donne in menopausa anche senza PCOS e soffrire della sindrome porta ad un aumento del rischio. Questo discorso è valido anche per la tendenza a sviluppare ipertensione in età avanzata.

I contraccettivi orali possono influenzare ulteriormente questi parametri?
Nella maggior parte degli studi disponibili, i contraccettivi orali – farmaci di prima linea nel trattamento delle anomalie mestruali – non sembrano risultare co-responsabili, assieme al climaterio, dell’aumento del BMI e delle altre condizioni sopra descritte.

I dati epidemiologici suggeriscono, nella popolazione generale, un aumento del rischio di trombosi arteriosa nelle donne fumatrici in cura con contraccettivi orali, oltre i 35 anni di età, anche se questo rischio si riduce una volta che i farmaci vengono sospesi.

Conclusioni

È quindi confermato che la PCOS determina un peggioramento del profilo metabolico e un aumento della prevalenza di marker di malattia cardiovascolare, anche se dovrebbero essere eseguiti maggiori studi a riguardo.

Ricordiamo, come sempre, quanto sia importante curare al meglio il proprio stile di vita nel prevenire lo sviluppo di rischio cardiovascolare e metabolico e, quindi, per evitare di sviluppare patologie come diabete mellito o malattia coronarica.

Fonti

[1] Pescetto, G., De Cecco, L. & Pecorari, D. Ginecologia e Ostetricia. (2017).
[2] Helvaci, N. & Yildiz, B. O. Polycystic ovary syndrome and aging: Health implications after menopause. Maturitas 139, 12–19 (2020).

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