La community sulla sindrome dell'ovaio policistico
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“Se potessi parlare alla me stessa di prima della diagnosi, le direi…”

“Tanti di quei problemi che sembravano senza un’apparente soluzione troveranno finalmente una soluzione. Le direi anche che purtroppo lo stile di vita è dovuto cambiare drasticamente concentrandosi molto di più su un’alimentazione sana e su una vita il più possibile priva di stress e ansia. Le direi anche di tenere duro perché tante di quelle insormontabili nottate di insonnia e giornate ricche di problemi e di ansie andranno incontro a una soluzione”. [Alessandra, 25 anni]

“Di non fermarsi al primo ginecologo, di approfondire, di non lasciarsi scoraggiare dal fatto che la sindrome, ancora oggi, sia poco conosciuta anche dai medici e da tutto il personale sanitario. Le direi di avere tanta pazienza con le persone che le saranno accanto perché non sempre comprenderanno alcune sue problematiche e alcuni suoi momenti legati alla sindrome”. [Elisabetta, 24 anni]

“Cara Sara, non sei matta, stai davvero male e stai facendo benissimo a fare tanto rumore per avere una diagnosi perché un tuo pieno diritto e per avere una consapevolezza necessaria per affrontare la patologia che ti sta sconvolgendo la vita: la PCOS, fenotipo D. Incontrerai sulla tua via gli specialisti adatti per affrontare il tuo percorso terapeutico che ti aiuteranno a rimetterti in sesto sia fisicamente che mentalmente. Ci vorranno un po’ di mesi ma alla fine tornerai a riposare la notte, a vederti di nuovo bella e serena e sorridere”. [Sara, 35 anni]

“Quando ho scoperto di avere la PCOS, mi sono sentita…”

“Meglio perché è importante avere una diagnosi ma anche che diminuiscano i tempi con cui vengono fatte le diagnosi e nel mio caso ci ho messo davvero tanti anni. Avere una diagnosi ti permette di sentirti riconosciuta in quello che stai vivendo o in quello che hai vissuto nella tua sofferenza. Ti permette anche di non sentirti pazza e di uscire dall’isolamento ed è il primo passo per la presa in cura di sé e del proprio corpo”. [Annalisa, 26 anni]

“Alla mia PCOS vorrei dire…”

Soffro di PCOS da sempre e alla sindrome voglio che dire che prima o poi se ne andrà e mi lascerà in pace”. [Caterina, 36 anni]
“Cara PCOS, questa è la magnificenza dell’indifferenze che nutro nei tuoi confronti, perché grazie a Dio la scienza ha fatto passi da gigante ed ora è possibile convivere con te senza troppi problemi. Anzi, nonostante te, piccola intrusa, riusciamo comunque ad avere i nostri meravigliosi miracoli. Quindi FORZA!” [Margherita, 38 anni]

“Me ne prenderò cura cercando di andare alla radice delle reali cause che l’hanno provocata e che provocano una sintomatologia tutt’altro che leggera e facilmente trascurabile. Credo che con figure professionali esperte e specializzate si possa cambiare e si possa migliorare. E non credo che tutto sommato non cambi la vita né credo che non ci sia nulla da fare”. [Veronica, 27 anni]

“Alle altre donne PCOS vorrei dire…”

“Per tutte le volte in cui ci siamo sentite dire che ce lo siamo causate noi con le nostre scelte, con il nostro stile di vita, con il nostro percorso, con quello che mangiamo, con lo sport che facciamo, che siamo troppo fragili, che ci lamentiamo di cose banali, che siamo lamentose, che siamo capricciose, che siamo esagerate, tutte le volte in cui ci siamo sentite brutte, sbagliate, inferiori per via dei brufoli, dei peli, dei capelli che cadono, del peso non ascoltiamo queste voci. Chi ci dà questi giudizi o non è abbastanza informato o non vuole fare il nostro bene. Noi siamo molto più forti di quello che pensiamo, anche quando non vogliamo essere forti”. [Chiara, 26 anni]

“Non mollare, di pretendere degli approfondimenti soprattutto dai medici di medicina generale e dagli specialisti che ci seguono perché ritengo che questa sindrome sia ancora sottovalutata dai medici e quindi poco approfondita. A volte, per questo, ci sentiamo sole, ci sentiamo non comprese e soprattutto abbiamo bisogno di essere seguite e comprese perché è una sindrome che dà disturbi sia a livello fisico che psicologico. Dico alle altre donne quindi di combattere e di pretendere delle diagnosi chiare e di essere seguite durante il percorso tortuoso che questa sindrome comporta”. [Greta]

“Se dovessi descrivere la mia vita con la PCOS in una parola, sarebbe…”

“Purtroppo irsutismo!” [Cristina, 31 anni]

“Grazie alla PCOS ho imparato a…”

“Negli ultimi anni, grazie alle maggiori informazioni e alla mia ricerca ho compreso che questa è una sindrome che è bello accettare, che fa parte di noi e che può insegnarci molto. Nonostante ci ponga dei limiti soprattutto per quanto riguarda la fertilità, può regalarci anche delle scoperte e delle sorprese. Fino all’anno scorso ero convinta di non poter ovulare e invece a 37 anni ho scoperto di poter avere dei cicli poliovulatori. Quindi ciò che rappresenta oggi che l’ho accettata e me ne prendo cura a livello medico-multidisciplinare mi ha insegnato che tutto è possibile, che va amata e trattata con molta attenzione e gentilezza verso noi stesse perché nono siamo sole. [Giulia, 37 anni]


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