1. Cosa dicono gli studi: corpo, sguardo, disagio
Una meta-analisi ha mostrato che le donne con PCOS riportano maggiore insoddisfazione rispetto all’aspetto, temi legati al peso e preoccupazione per le aree corporee specifiche, rispetto alle donne senza PCOS.
Un altro studio ha riscontrato che la dismorfia corporea è abbastanza prevalente tra le donne con PCOS, con quasi il 50% che presenta punteggi elevati al Body Image Concern Inventory (BICI).
Infine, uno studio trasversale recente su donne in età riproduttiva ha evidenziato che un’immagine corporea negativa è associata a peggior salute mentale e qualità di vita, anche al netto dell’obesità.
1.1 Il ruolo dei sintomi visibili e fattori mediali/culturali
I segni tipici della PCOS — acne, irsutismo, aumento del peso, cicli irregolari — sono frequentemente citati come elementi che alimentano il disguido tra immagine ideale e immagine percepita. Uno studio qualitativo in Cina ha evidenziato un’altissima autooggettivazione, ansia sull’aspetto e senso di identità corporea instabile nelle donne con PCOS.
In un altro si è visto che la “preoccupazione per il peso” (definita come overweight preoccupation) e la “valutazione dell’aspetto” mediavano la relazione tra PCOS e ansia/depressione.
1.2 Fattori di rischio e moderatori
Uno studio cinese recente (2025) su 333 donne con PCOS ha identificato vari fattori indipendenti associati al disturbo dell’immagine corporea, tra cui: BMI, acne, irsutismo, qualità del sonno, relazioni intime, resilienza psicologica e supporto familiare.
In adolescenti con PCOS, è emerso che l’autostima e l’autocompassione sono mediatori chiave nella relazione fra insoddisfazione corporea e depressione; ovvero, parte del legame negativo passa dal modo in cui le ragazze valutano sé stesse.
2. Perché è importante parlarne
• La dismorfofobia può peggiorare disturbi emotivi: se lo sguardo verso il corpo è intriso di critica, l’ansia e la depressione trovano terreno fertile.
• Il trattamento della PCOS rischia di enfatizzare lo sguardo al corpo: molte indicazioni terapeutiche (dieta, esercizio, controllo del peso) possono essere vissute come pressioni esterne che peggiorano l’autocritica.
• Un’immagine corporea ferita può ostacolare l’aderenza alle cure: se il corpo è sentito come “già sbagliato”, può emergere una resistenza inconscia a migliorare in funzione del benessere.
3. Strategie gentili per costruire un’immagine più amorevole
3.1 Mindfulness e meditazione del corpo
Esercizi di body scan o meditazioni guidate che invitano ad osservare il corpo con curiosità, senza giudizio, possono ridurre l’ansia legata all’aspetto fisico. La pratica regolare aiuta a riconnettersi con sensazioni di presenza e autoaccoglienza.
3.2 Scrittura riflessiva e journaling
Tenere un diario del corpo — annotare emozioni, pensieri, critiche e momenti di gratitudine al corpo — può aiutare a esternare il dialogo interno e osservarlo con distacco. Col tempo, può emergere un linguaggio più gentile.
3.3 Auto compassione e linguaggio positivo
Sostituire frasi come “odio queste cicatrici” con “capisco che questo aspetto mi ferisce” e ricordare che il corpo è anche la somma delle sue funzionalità, non solo dell’aspetto. Alcuni studi mostrano che l’autocompassione può attenuare il legame tra insoddisfazione corporea e depressione in chi ha PCOS.
3.4 Esporre il corpo con piccoli passi
Indossare abiti che fanno sentire a proprio agio o esporsi gradualmente a specchi o immagini — tutto questo può “allenare” la mente a uno sguardo meno giudicante. Anche limitare l’uso dei social che espongono a modelli e canoni estetici spesso artefatti e irraggiungibili.
3.5 Terapie psicologiche e supporto specialistico
• Terapia cognitivo-comportamentale (CBT) mirata all’immagine corporea.
• Terapia focalizzata sull’accettazione.
• Gruppi di supporto: confrontarsi con chi vive la stessa esperienza riduce l’isolamento.
• Screening psicologico nei percorsi PCOS: molti studi suggeriscono che le donne con PCOS dovrebbero essere valutate anche rispetto ad ansia, depressione e immagine corporea distorta.
4. Linee guida per chi legge: piccoli passi quotidiani
• Prova ad esprimere gratitudine ogni giorno verso il tuo corpo, anche per una “funzione” e non solo l’aspetto, per ciò che ti consente di fare.
• Disconnettiti dai profili che promuovono modelli irrealistici.
• Fai una lista di tre obiettivi non estetici (es. forza, energia, flessibilità).
• Cerca un professionista che sappia parlare di corpo senza pressioni estetiche.
Conclusione
L’immagine corporea ferita è una delle ferite invisibili che la PCOS può lasciare. Ma non è una condanna. Con gentilezza, consapevolezza e supporto — psicologico, della community e medico — è possibile ricostruire un rapporto più rispettoso e amorevole con il proprio corpo, uno sguardo che riconosce forza, complessità e merito ben oltre l’aspetto esteriore.
Fonti
Bazarganipour F., et al. (2015). Body Image Concern Inventory: Application in PCOS. J Psychosom Obstet Gynaecol, 36(2), 73–79.
Sahin Y, et al. (2019). Depression, anxiety and self-esteem in polycystic ovary syndrome. Psychol Health Med, 24(5), 650–656.
Chen Y., et al. (2022). A qualitative study of body image disturbance in Chinese women with PCOS. J Affect Disord, 314, 76–82.
He Y., et al. (2025). Exploring body image distress and its influencing factors among women with polycystic ovary syndrome. BMC Women’s Health, 25(1):135.
Wang X., et al. (2024). Body image dissatisfaction and psychological distress in women with PCOS: mediating role of self-esteem. Front Public Health, 12:1420532.
Benson S., et al. (2023). Body image dissatisfaction and quality of life in women with PCOS. Eur J Endocrinol, 189(2), R1–R9.
Pehlivanov B., Mitkov M. (2022). Psychosocial burden of PCOS: beyond the physical symptoms. Endocrine Abstracts, 73, AEP175.