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PCOS e psiche, quali prospettive?

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Le barriere da superare

Un articolo scientifico del 2021 ha tentato con una revisione di elencare tutti gli ostacoli in cui si può imbattere una donna con PCOS nel tentativo di gestire il proprio stile di vita, fornendo al contempo strategie per superare queste sfide. Per la revisione sono stati utilizzati dati collezionati nel database MEDLINE fino al mese di marzo 2021.

In sostanza, cosa sembra influire negativamente sulla psiche di una paziente con PCOS?

Aumento di peso e di appetito

Si sono analizzate diverse barriere, sia fisiologiche che psicologiche, cercando di valutare le implicazioni nella ricerca e le possibili soluzioni, a partire dalla compromessa abilità fisiologica delle donne di mantenere il peso. Infatti, fisiologicamente sono donne con alterazioni ormonali e metaboliche, le quali facilitano l’aumento di peso e rendono difficile la perdita dello stesso e alterano l’appetito. [1]

Stanchezza cronica

Un altro importante ostacolo è la stanchezza cronica. Questa condizione, che potrebbe avere sia origine fisiologica che psicologica, è comunque molto spesso lamentata da donne PCOS rispetto a donne che non soffrono della sindrome. Ciò potrebbe associarsi al fatto che, al contempo, presentano una ridotta qualità del sonno, dovuta all’OSAS, l’Apnea Ostruttiva del Sonno se sono obese, oppure indipendentemente dall’OSAS dormono male a causa delle alterazioni ipotalamo-ipofisarie, perché l’insulino-resistenza causa un’iperattivazione del sistema simpatico. È necessario però approfondire queste ipotesi con maggiori studi, per fornire dati che possano supportarle. [1]

Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche Stanchezza e PCOS, che legame c’è? 

Body Image Distress

In sostanza, è emerso da diverse ricerche che le donne con PCOS sembrano autoconsiderarsi meno meritevoli e capaci, sono a disagio per il loro aspetto fisico e questo le allontana dallo svolgere costante attività fisica; si sentono “diverse”, in difetto rispetto alle altre donne definite “normali”. Tutto questo contribuisce allo sviluppo dei sintomi depressivi di cui abbiamo parlato, oltre che ad allontanarle dal mantenimento di uno stile di vita più sano.
Inoltre, è stato rilevato che le donne con PCOS, rispetto a gruppi di controllo, sembrano soffrire maggiormente di disturbi dell’alimentazione, soprattutto del BED (Binge Eating Disorder, la tendenza ad abbuffarsi senza poi attuare metodiche di compensazione, il che lo distingue dalla bulimia). Tuttavia, anche in tal caso, sono necessari maggiori dati per comprendere le motivazioni alla base di questo aspetto.[1]

Ruolo centrale di depressione e sintomi depressivo-simili

Estrogeni, progesterone e androgeni influenzano l’umore, la sessualità e il benessere psicologico modulando la trasmissione neuronale nel cervello. Alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene sono tipiche di chi soffre di depressione maggiore. Questa condizione sembra ricoprire un ruolo centrale, direttamente collegata allo sviluppo di tutte le altre attraverso un sistema di influenze reciproche: ridotta qualità del sonno, disturbi dell’alimentazione, body image distress, cattivo self-management e tutto quanto è stato citato. Depressione e PCOS sono strettamente correlate, si influenzano infatti l’una con l’altra.

Una recente metanalisi di 57 studi, coinvolgenti in totale 172040 donne, ha riportato che le donne con PCOS hanno una probabilità maggiore di 2.79 punti di ricevere una diagnosi clinica di depressione rispetto ai gruppi di controllo. Le ipotesi associate a questo dato sono il ruolo di iperandrogenismo e iperinsulinemia, oppure quello degli elevati livelli di infiammazione tipicamente riscontrabili nella PCOS. [1]

Un altro studio, pubblicato nel 2015, ha evidenziato che maggiori livelli di LH (caratteristica delle donne con PCOS) e altri squilibri ormonali sono strettamente correlati alla tendenza a sviluppare ansia e depressione.

Sicuramente, questi dati hanno lasciato ipotizzare che l’influenza di LH ed FSH su vari aspetti di umore e comportamento riflette la loro attività sul sistema nervoso centrale. [2]

Altre condizioni che impattano negativamente sulla qualità della vita con PCOS sono:
• cronicità della condizione
• meccanismi patogenetici non completamente chiariti
• necessità di trovare la terapia adeguata, non uguale per tutte
• segni di iperandrogenismo, quali irsutismo, acne ed alopecia
• assenza di ovulazione, causa di amenorrea ed infertilità
• percepita mancanza di un adeguato supporto familiare
• insoddisfazione sessuale

Quali soluzioni per migliorare il benessere psicologico?

Inizialmente abbiamo sottolineato come alcuni degli articoli citati potessero fornire delle possibili soluzioni per migliorare il benessere psicologico delle pazienti.
In particolare, oltre alla terapia medica e al mantenimento di un corretto e salutare stile di vita, sembrano emergere due interessanti possibilità: un buon self-management e la Cognitive Behavioral Therapy (CBT). Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Self-management

Il self-management è un continuo processo di cambiamento del proprio comportamento, finalizzato a migliorare la gestione delle proprie emozioni, condotta e salute, con l’obiettivo finale di:

• evitare complicanze legate alla patologica cronica;
• controllare i sintomi;
• ridurre la severità della malattia.

Un’ottima modalità per migliorare il self-management potrebbe essere approfondire le proprie conoscenze sulla malattia, ai fini di aumentare la consapevolezza e utilizzare le informazioni acquisite adeguatamente, migliorando la propria salute e qualità della vita.

Il medico di fiducia ha sicuramente un ruolo chiave nell’accompagnare la paziente in questo percorso. È importante, quando si comunica con una paziente PCOS, renderla consapevole delle sfide che potrebbe dover affrontare, ad esempio nel tentativo di perdere peso. Questo potrebbe migliorare il self-management della paziente, oltre che rafforzare il rapporto di fiducia con la stessa. [1]

Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche PCOS: le 5 domande da fare al tuo medico

Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)

Appurato che la PCOS, attualmente, non ha una cura definitiva, alcune ricerche hanno indagato il ruolo della Cognitive Behavioral Therapy (CBT) nelle donne con PCOS.
È emerso che la CBT può aiutare le donne con PCOS non solo nel superare gli ostacoli legati al tentativo di cambiare stile di vita, ma anche nel prevenire una progressione della malattia.
Rofy et al. hanno utilizzato con successo la terapia cognitivo-comportamentale in 12 giovani donne con PCOS affette da obesità, disturbi dell’alimentazione e depressione. In un case report, Correa et al. hanno riportato l’efficacia della CBT nell’alleviare ansia e depressione in donne affette da PCOS. [3]

Conclusioni

Sarebbe, quindi, importante che venissero prese misure affinché le donne con sindrome dell’ovaio policistico siano informate riguardo tutte le problematiche cui possono andare incontro e fornire loro strumenti di supporto.
Alcuni studi recenti, inoltre, propongono di effettuare direttamente degli screening di carattere psichiatrico in queste pazienti, al fine di preservare il loro benessere psicologico.
Infine, sottolineiamo l’importanza della comunità e dell’approccio multidisciplinare. Alcuni interventi significativi hanno incluso sessioni terapeutiche di gruppo settimanali, lezioni di gestione dello stress e piattaforme per il supporto online, con esiti decisamente positivi.[1]
Ricordarci che non siamo sole può fare la differenza!

Fonti

[1] Ee, C., Pirotta, S., Mousa, A., Moran, L. & Lim, S. Providing lifestyle advice to women with PCOS: an overview of practical issues affecting success. BMC Endocr. Disord. 21, 234 (2021).
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34814919/

[2] Watrowski, R., Rohde, A., Maciejewska-Jeske, M. & Meczekalski, B. Hormonal and psychosocial correlates of psychological well-being and negative affectivity in young gynecological-endocrinological patients. Gynecol. Endocrinol. Off. J. Int. Soc. Gynecol. Endocrinol. 32, 21–24 (2016).
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26165561/

[3] Abdollahi, L., Mirghafourvand, M., Babapour, J. K. & Mohammadi, M. Effectiveness of cognitive-behavioral therapy (CBT) in improving the quality of life and psychological fatigue in women with polycystic ovarian syndrome: a randomized controlled clinical trial. J. Psychosom. Obstet. Gynaecol. 40, 283–293 (2019)
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30175648/

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