Familiarità nella PCOS
Diversi studi, come dicevamo, hanno riportato un’alta prevalenza di PCOS nella linea familiare femminile delle donne affette, confermando che la predisposizione genetica potrebbe rivestire un ruolo decisamente significativo nella patogenesi della sindrome.
In particolare, uno studio condotto dall’University di Alabama ha dimostrato che nel 24% delle donne con PCOS anche la madre soffriva della sindrome. In più, il 32% delle donne aveva una sorella con la stessa condizione. [1]
Iperandrogenismo e familiarità
Andando indietro, già nel 1998, in uno studio era stato dimostrato infatti, che fra le sorelle di donne PCOS, a loro volta affette dalla sindrome, la presenza dell’iperandrogenismo si osservava nel 24% dei casi, mentre nel 22% di esse si verificava l’associazione fra oligo-amenorrea e iperandrogenismo.
Questi risultati sembrano quindi suggerire che l’eccesso degli ormoni maschili, tratto distintivo della PCOS, potrebbe essere il prodotto di una specifica aggregazione genetica in ambito familiare. [2]
Mutazioni genetiche e PCOS
Lo sviluppo della sindrome dell’ovaio policistico potrebbe presupporre il coinvolgimento di più geni. Numerose sono state, infatti, le mutazioni genetiche descritte in associazione alla PCOS, benché nessuna di queste venga tuttora riconosciuta come unico fattore causale.
Fra le più significative, vengono riportate mutazioni che interessano geni implicati nei seguenti processi biologici:
- steroidogenesi ovarica e surrenalica;attività delle gonadotropine;
- risposta cellulare agli ormoni steroidei mediata dai corrispondenti recettori;
- secrezione e/o azione dell’insulina;
- risposta pro-infiammatoria cronica ed attività delle citochine;
- regolazione dell’omeostasi energetica.
Ma quindi la PCOS è una condizione ereditaria?
Dallo studio della ricercatrice svedese Elisabet Stener-Victorin è emerso che anche se fino al 70% delle figlie di donne con PCOS sviluppano la sindrome, la variazione genetica non spiega completamente l’elevata incidenza all’interno delle famiglie. Alcuni studi, infatti, che hanno analizzato l’intero genoma della predisposizione alla PCOS affermano che la genetica spiega meno del 10% dell’ereditarietà della malattia. [3]
Questo fa sospettare che altri fattori, come i meccanismi epigenetici (variazioni nell’espressione dei nostri geni, che non sono provocate da vere e proprie mutazioni genetiche, ma che possono essere trasmissibili), potrebbero svolgere un ruolo nella trasmissione della sindrome alle generazioni future. Visto che sia nei maschi che nelle femmine di madri PCOS si corre un rischio maggiore di sviluppare disturbi riproduttivi e metabolici associati alla PCOS, si ritiene che l’iperandrogenismo sia il principale fattore scatenante di questa condizione.
Le possibili cause dell’insulino-resistenza
Un esempio di come fattori genetici, modificazioni epigenetiche e fattori ambientali possano concorrere allo sviluppo della sindrome dell’ovaio polistico è dato dall’insulino-resistenza.
Sappiamo benissimo che la presenza di insulino-resistenza è una condizione che contribuisce alla disfunzione ovulatoria e che peggiora l’espressione clinica e/o biochimica dell’iperandrogenismo. Il 50-70% delle donne affette da PCOS presenta un quadro di insulino-resistenza, che peraltro si osserva tanto nelle donne obese quanto nelle donne magre o normopeso con diagnosi di PCOS. [4]
Sono attualmente riconosciuti diversi meccanismi alla base dell’insulino-resistenza osservabile nella PCOS, tra cui:
- La presenza di mutazioni del recettore dell’insulina che potrebbe generare un deficit numerico e/o di funzione degli stessi. Ricordiamo che il recettore non è altro che una struttura capace di reagire a diversi stimoli e dare un segnale, in questo caso una volta legatosi all’insulina, grazie a una serie di reazioni, facilita il passaggio del glucosio dal sangue all’interno della cellula, grazie all’attivazione di un trasportatore chiamato GLUT4, abbassando così i livelli di glucosio nel sangue.
- Un’altra possibile causa di resistenza all’insulina potrebbe essere data da un inefficiente legame fra il recettore specifico ed il ligando-insulina o dalla presenza di anticorpi contro il recettore insulinico.
- Infine, potrebbe trattarsi anche di un’alterazione del trasportatore cellulare del glucosio di tipo 4 (GLUT4) sopramenzionato.
È chiaro quindi, che, come tutte queste alterazioni che possono configurarsi su base genetica e/o epigenetica, possano concorrere allo sviluppo dell’iperinsulinemia insieme a un alterato stile di vita.
Conclusioni
Alcuni aspetti genetici ed epigenetici e i cambiamenti dello stile di vita sembrano quindi essere fortemente coinvolti nello sviluppo della PCOS.
Inoltre, l’esposizione intrauterina ad androgeni, glucocorticoidi e/o ad alcune condizioni di stress per il feto potrebbero contribuire allo sviluppo della sindrome e di altri disturbi caratteristici dell’adolescenza e di altri momenti della vita (ad esempio adrenarca prematuro, pubertà atipica, sindrome metabolica). [5]
Per questo motivo, una conoscenza adeguata della storia personale e/o familiare, dello stile di vita e delle abitudini nutrizionali delle pazienti affetti da PCOS è di grande importanza per identificare e gestire precocemente questa sindrome.
Fonte:
[1] Kahsar-Miller et al., Prevalence of polycystic ovary syndrome (PCOS) in first-degree relatives of patients with PCOS.
[2] Legro R.S. et al., Evidence for a genetic basis for hyperandrogenemia in polycystic ovary syndrome.
[3] E. Stener-Victorin, Q. Deng, Epigenetic inheritance of polycystic ovary syndrome – challenges and opportunities for treatment
[4] M. Gojal et al., Debates Regarding Lean Patients with Polycystic Ovary Syndrome: A Narrative Review
[5] V. Bruni et al., The Role of Genetics, Epigenetics and Lifestyle in Polycystic Ovary Syndrome Development: the State of the Art