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La correlazione tra PCOS e diabete

Esiste una significativa correlazione tra PCOS e diabete di tipo 2, noto anche come diabete non insulino-dipendente. Si tratta di una condizione cronica che influenza il modo in cui il corpo metabolizza il glucosio, la principale fonte combustibile del corpo umano. Il diabete di tipo 1 (noto anche come insulino-dipendente), invece, viene tipicamente diagnosticato durante l’infanzia e si verifica quando il corpo non è capace di produrre insulina autonomamente.
La maggior parte delle donne colpite da PCOS presenta livelli di insulina molto elevati [1]. Col passare del tempo, un’esposizione prolungata può portare l’organismo a resistere agli stimoli dell’insulina (insulino-resistenza). L’insulina svolge la sua azione come una chiave che sblocca la serratura di una porta, consentendo l’accesso nella cellula di glucosio, il quale è utilizzato come fonte di energia.
In condizioni di insulino-resistenza queste porte possono diventare sempre più resistenti all’insulina e quello che si manifesta rapidamente è un aumento dei valori di glicemia a causa dell’elevata presenza di glucosio nel sangue. Se non trattata in maniera adeguata, questa condizione può quindi causare danni molto rilevanti a tessuti e nervi [2].

Segni e sintomi comuni del diabete

Al momento della diagnosi, molte persone riferiscono di non aver avvertito particolari sintomi per cui potrebbero non rendersi nemmeno conto di averlo. Ecco alcuni dei segni e sintomi più comuni. La manifestazione di anche solo uno di questi sintomi è sufficiente a suggerire un controllo dal medico:

  • Aumento del senso di sete
  • Minzione frequente
  • Aumento del senso di fame
  • Perdita di peso
  • Fatica
  • Visione offuscata
  • Piaghe a lenta guarigione o infezioni frequenti
  • Mal di testa
  • Vertigini

Quali sono i modi migliori per prevenire il diabete?

1. Sii consapevole dei rischi

È importante conoscere il rischio di sviluppare il diabete. Esistono principalmente quattro differenti tipologie di test che possono aiutarti a diagnosticare il diabete di tipo 2 o gli stati prediabetici.

Di seguito è riportata una breve descrizione su cosa sono e come agiscono queste indagini:

    • Test dell’emoglobina glicata (HA1C): questo esame del sangue rileva il livello medio di glucosio nel sangue negli ultimi due o tre mesi. Misura la percentuale di zucchero nel sangue legato all’emoglobina, la proteina che porta ossigeno nei globuli rossi. Maggiore è il livello di zucchero nel sangue, maggiore sarà il valore registrato. Un livello di HA1C maggiore o uguale a 6,5% indica uno stato diabetico. Un HA1C tra il 5,7% e il 6,4% indica uno stato prediabetico mentre viene considerato normale un valore inferiore al 5,7%.
    • Test glicemico causale: un campione di sangue verrà prelevato in un momento casuale (senza avere informazioni sull’ultimo pasto). Un livello di zucchero nel sangue superiore o uguale a 200 milligrammi per decilitro (mg/dl) suggerisce la presenza di diabete.
    • Test della glicemia a digiuno: un campione di sangue verrà prelevato dopo un digiuno notturno. Un livello di zucchero nel sangue, registrato a digiuno, inferiore a 100 mg/dL è considerato normale. Un livello di zucchero nel sangue da 100 a 125 mg/dL è considerato prediabete. Se viene registrato un valore superiore a 126 mg/dL viene è possibile effettuare diagnosi di diabete.
    • Test di curva da carico del glucosio (OGTT): questo è il test d’elezione per l’individuazione di una ridotta tolleranza al glucosio e quindi diabete in donne con PCOS. Poiché la PCOS sembra che possa accelerare la conversione da prediabete a diabete conclamato, la PCOS Society consiglia di sottoporre tutte le donne con PCOS ad un OGTT annualmente e, se normale, ripetere l’indagine ogni 2 anni. Per tutti coloro che hanno livelli di glucosio alterati gli screening dovrebbero essere effettuati regolarmente ogni anno. Inoltre, si tratta di un esame che permette di valutare sia la glicemia a digiuno (con il primo prelievo) sia per le successive 3 ore. La glicemia a 1 ora è utile nella diagnosi di diabete gestazionale. Un valore a 2 ore superiore a 200 mg/dl (è necessaria una seconda conferma) suggerisce una diagnosi di diabete. Un valore compreso tra i 140-200 mg/dl indica una sospetta alterata tolleranza al glucosio (IGT). Sotto tale valore si considera il soggetto normale.

2. Modifica la dieta se necessario

Le scelte legate a “come si mangia” e “quando si mangia” sono gli approcci terapeutici indicati per le donne con PCOS ma anche il modo migliore per ridurre il rischio di diabete di tipo 2.
In questo scenario, mangiare più frutta e verdura ricca di fibre è il miglio modo per iniziare. Numerose evidenze scientifiche evidenziano come le donne con PCOS che consumano una dieta ricca di frutta e verdura hanno avuto miglioramenti significativi nella sensibilità all’insulina.
Uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Nutrition ha confrontato una dieta a basso indice glicemico con una dieta convenzionale nelle donne con PCOS [3]. Entrambe le diete consistevano in quantità pari di calorie provenienti da carboidrati, proteine e grassi. I risultati dello studio indicano che le donne con PCOS che seguivano la dieta a basso indice glicemico presentavano maggiori miglioramenti nella sensibilità all’insulina. Tutte le donne con alti livelli di insulina all’inizio dello studio hanno visto una riduzione del grasso corporeo di 2 volte in seguito alla dieta a basso indice glicemico.
I cibi a basso indice glicemico sono cibi integrali ricchi di fibre e proteine, nonché ricchi di vitamine, minerali e antiossidanti. Tra i più importanti vi sono avena, quinoa, fagioli, legumi, frutta, bacche e verdure.

3. Impegnati regolarmente nell’attività fisica

Insieme alle modifiche alimentari, l’esercizio fisico assume un ruolo molto importante per ridurre l’insulina e ridurre il rischio di diabete. Cerca di impegnarti per almeno 30 minuti in esercizi di moderata intensità, se possibile durante tutta la settimana. Non dimenticare, inoltre, di includere almeno due giorni di allenamento per migliorare la resistenza. Ogni occasione può diventare preziosa per introdurre un po’ di movimento nella tua quotidianità, come parcheggiare la tua auto più lontano dalla destinazione finale o scegliere le scale al posto dell’ascensore.
Una ricerca mostra che fare una camminata di appena 10 minuti immediatamente dopo aver mangiato un pasto può ridurre significativamente la glicemia in misura maggiore rispetto a una camminata di 30 minuti svolta in un altro momento.
Un piccolo studio pubblicato su Diabetology ha evidenziato che brevi e frequenti passeggiate subito dopo i pasti riducevano in maniera significativa i livelli di glucosio ematico di circa il 12% nei soggetti con diabete di tipo 2, rispetto a una singola camminata di 30 minuti [4].

4. Dormi di più e meglio

Tra i più comuni disturbi del sonno ci sono l’apnea ostruttiva e l’eccessiva sonnolenza diurna, condizioni che si verificano più frequentemente tra le donne con PCOS rispetto a quelle senza la sindrome [5]. La perdita di sonno può peggiorare la resistenza all’insulina. Se fai fatica a dormire bene la notte o hai qualcuno di questi sintomi, chiedi al tuo medico uno studio del sonno per determinare se soffri di apnea notturna.

5. Supplementazione

Numerosi studi evidenziano che le donne con PCOS hanno un difetto nella capacità di utilizzare correttamente gli inositoli. Queste molecole, naturalmente prodotte dall’organismo, agiscono da secondi messaggeri e trasmettono il segnale che regola i livelli di insulina nel corpo. Supplementare con una combinazione di myo-inositolo e d-chiro inositolo (DCI), nel rapporto fisiologico plasmatico, ha migliorato la sensibilità all’insulina nelle donne con PCOS in breve tempo [6].
Inoltre, il myo-inositolo ha dimostrato buone capacità nel regolare i cicli mestruali e di ripristinare l’equilibrio ormonale, rendendolo di conseguenza un’ottima soluzione per tutte le donne con PCOS.

6. Considerare i farmaci che sensibilizzano l’insulina

Se nonostante un piano alimentare sano e l’esercizio fisico non hai ancora visto miglioramenti nei valori degli esami per il rischio di diabete, parla con il tuo medico circa l’uso della metformina, un farmaco sensibilizzante dell’insulina [7]. Se assumi metformina, assicurati di integrare nella tua dieta la vitamina B12 poiché la metformina può influenzarne l’assorbimento [8].

Conclusioni

Coloro che soffrono di PCOS hanno un aumentato rischio di sviluppare diabete di tipo 2, ma questo non significa che si è condannati a sviluppare questa condizione. Le modifiche dello stile di vita sono l’approccio terapeutico primario per prevenirlo.

Fonti

[1] Celik C, Tasdemir N, Abali R, Bastu E, Yilmaz M. Progression to impaired glucose tolerance or type 2 diabetes mellitus in polycystic ovary syndrome: a controlled follow-up study. Fertil Steril. 2014 Apr;101(4):1123-8.
[2] Malin SK, Kirwan JP, Sia CL, González F. Pancreatic β-cell dysfunction in polycystic ovary syndrome: role of hyperglycemia-induced nuclear factor-κB activation and systemic inflammation. Am J Physiol Endocrinol Metab. 2015 May 1;308(9):E770-7.
[3] Marsh K, Steinbeck K, Atkinson F, Petocz P, Brand-Miller J. Effect of a low glycemic index compared with a conventional healthy diet on polycystic ovary syndrome. Am J Clin Nutr. 2010;92:83-92.
[4] Reynolds, A.N., Mann, J.I., Williams, S. et al. Advice to walk after meals is more effective for lowering postprandial glycaemia in type 2 diabetes mellitus than advice that does not specify timing: a randomised crossover study. Diabetology (2016) 59: 2572.
[5] Fernandez RC, Moore VM, Van Ryswyk EM. Sleep disturbances in women with polycystic ovary syndrome: prevalence, pathophysiology, impact and management strategies. Nat Sci Sleep. 2018 Feb 1;10:45-64.
[6] Nordio M, Proietti E. The combined therapy with myo-inositol and D-chiro-inositol reduces the risk of metabolic disease in PCOS overweight patients compared to myo-inositol supplementation alone. Europ rev med pharmacol sci. 2012;16(5):575-581.
[7] Negar Naderpoor, Soulmaz Shorakae, Barbora de Courten, Marie L. Misso, Lisa J Moran, Helena J. Teede. Metformin and lifestyle modification in polycystic ovary syndrome: systematic review and meta-analysis. Hum Reprod Update. 2015;21(5):560-74.
[8]) Dashti S, Latiff LA, Zulkefli NABM. A Review on the Assessment of the Efficacy of Common Treatments in Polycystic Ovarian Syndrome on Prevention of Diabetes Mellitus. J Family Reprod Health. 2017 Jun;11(2):56-66.

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