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Cos’è l’ormone antimulleriano?

L’ormone antimulleriano viene prodotto dalle cellule della granulosa nei follicoli ovarici e la sua concentrazione varia in relazione al sesso e all’età.

Nelle bambine, la sua limitata produzione consente lo sviluppo degli organi riproduttivi ed è per questo che i suoi livelli rimangono bassi fino all’età puberale per poi aumentare progressivamente fino a stabilizzarsi in età adulta e azzerarsi con la menopausa.

Per quanto riguarda, invece, la fertilità delle donne, i livelli di AMH consentono di effettuare una stima dell’età ovarica poichè subiscono una riduzione contestualmente alla diminuzione dei follicoli e, in questo modo, possono essere utilizzati per valutare la riserva ovarica di una donna. Ma non solo, l’AMH ha anche un effetto equilibrante sull’azione mensile dell’ormone follicolo- stimolante (FSH) e dell’ormone luteinizzante (LH) durante il processo di maturazione dell’ovocita e del suo rilascio (ovulazione). Ricordiamo, infatti, che in genere il rapporto LH/FSH nelle donne PCOS risulta alterato. [1]

Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche PCOS, l’importanza del rapporto LH e FSH

Valori alterati di AMH, perché?

Se vi state chiedendo quindi quali sono i valori di riferimento, un recente studio li ha indicati in base all’età, in nanogrammi per millilitro: [2]

• 20-25 anni: 4,23 ng/mL
• 26-30 anni: 3,48 ng/mL
• 31-35 anni: 2,43 ng/mL
• 36-40 anni: 1,28 ng/mL
• 40-44 anni: 0,52 ng/mL

Bassi valori di AMH possono riscontrarsi in caso di riduzione o insufficienza della riserva ovarica. In questo senso, l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) definisce bassi livelli quelli inferiori a 1ng/mL. [3]

Per quanto riguarda alti valori di AMH, invece, molto spesso indicano la presenza di PCOS, che si verifica a causa di uno squilibrio ormonale. Sembra, infatti che le donne che soffrono di sindrome dell’ovaio policistico possono registrare un aumento dei livelli di AMH superiori da due a tre volte rispetto alle donne sane. [4]

AMH e PCOS, quale relazione?

Nel corso degli anni, numerosissimi studi si sono concentrati sulla relazione tra ormone antimulleriano e PCOS.

AMH e diagnosi PCOS
In particolare, in uno studio del 2022 è emersa una forte associazione tra AMH, iperandrogenismo e riserve di follicoli antrali nel corpo. Quest’ultimi sono caratterizzati dalla presenza di antro, una cavità riempita di liquido follicolare; ed è da questo stadio che solo un follicolo sarà in grado di completare la follicologenesi.

Inoltre, sembra proprio che i livelli sierici di AMH siano elevati tra le donne PCOS a causa dell’attivazione simultanea di più follicoli antrali e per l’aumento della produzione di AMH per ogni follicolo. Risulta quindi che le donne PCOS abbiano una maggiore durata del ciclo mestruale con l’aumento dei livelli sierici dell’AMH e in generale un rischio maggiore di disturbi mestruali.

Alla luce di tutto ciò sembra quindi possibile utilizzare l’analisi dei livelli sierici di AMH come predittivo della diagnosi PCOS, ma in concomitanza con gli altri criteri i Rotterdam. [5]

Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche PCOS o Sindrome di Stein-Leventhal, l’origine

AMH e anovulazione
Ma l’AMH sembra avere un importante ruolo inibitorio anche durante la follicologenesi, che può contribuire all’anovulazione che si verifica nella PCOS, attenuando i livelli e le funzioni dell’FSH e aumentando quelli dell’LH. Ed è proprio per questo che l’ovulazione irregolare è associata ai livelli circolanti di AMH. [6]

AMH e iperandrogenismo
Diversi studi hanno rilevato che nelle donne PCOS un aumento dei livelli di AMH è correlato ai livelli degli androgeni, dimostrando quindi che questo processo potrebbe essere responsabile dell’iperandrogenismo nelle donne con la sindrome. [7]

Conclusioni

Sono numerosi gli studi che si sono concentrati sulla relazione tra sindrome dell’ovaio policistico e ormone antimulleriano.

È ormai evidente la relazione tra alti livelli d AMH e PCOS, ma in futuro saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire se questi valori elevati di AMH possono essere utili alla diagnosi della PCOS, in presenza degli altri fattori stabiliti dai criteri di Rotterdam.

Oltre a ciò, le analisi cliniche effettuate fino ad ora hanno rilevato che gli alti livelli di AMH, inibendo l’azione dell’FSH e innalzando i valori dell’LH, sembrano ostacolare l’ovulazione, ma fanno emergere anche alcuni segni clinici associati alla PCOS, primo fra tutti l’iperandrogenismo.

Ovviamente, per la definizione di un quadro completo è sempre opportuno affidarsi a uno specialista che effettuerà una valutazione globale.

Fonti

[1] ACOG: The Use of Antimüllerian Hormone in Women Not Seeking Fertility Care
[2] D. Gunasheela et al., Age-Specific Distribution of Serum Anti-Mullerian Hormone and Antral Follicle Count in Indian Infertile Women
[3] ACOG: Infertility Workup for the Women’s Health Specialist
[4] Yu Ran et al., The Relationship of Anti-Mullerian Hormone in Polycystic Ovary Syndrome Patients with Different Subgroups
[5] M. S. Butt et al., Serum anti-Müllerian hormone as a predictor of polycystic ovarian syndrome among women of reproductive age
[6] L. Pellatt et al., Anti-Müllerian hormone and polycystic ovary syndrome: a mountain too high?
[7] K. Bhattacharya et a., Role of anti-Mullerian hormone in polycystic ovary syndrome

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