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Difficoltà ad allattare

Prima di tutto è doveroso sottolineare che non tutte le donne con PCOS hanno difficoltà ad allattare i loro bambini, ma per alcune è così.

Diversi ricercatori hanno ipotizzato che uno dei motivi per cui alcune donne potrebbero avere difficoltà ad allattare al seno e avere un’adeguata produzione di latte è lo squilibrio ormonale associato alla PCOS. Queste alterazioni, infatti, coinvolgono insulina, progesterone, prolattina ed estrogeni, tutti ormoni estremamente importanti per lo sviluppo del seno e la capacità di secernere il latte.

Una possibile connessione tra PCOS e una bassa produzione di latte è stata inizialmente presentata in uno studio nel 2000 di Lisa Marasco, consulente IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant). Nella ricerca, condotta su un gruppo di 30 donne con problemi di allattamento, è emerso che più della metà di loro era obesa, il 57% aveva una storia di infertilità e il 67% soffriva di oligoamenorrea o amenorrea. Inoltre, alcune donne PCOS riferivano di non aver notato nel seno i normali cambiamenti fisiologici che si verificano durante la gravidanza per prepararsi all’allattamento o forse perché non c’era abbastanza tessuto mammario già prima della gravidanza. [2]

Inoltre, è risaputo che le donne con PCOS presentano bassi livelli di progesterone, ormone necessario per la crescita alveolare e lo sviluppo del tessuto mammario.

Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche Il ruolo del progesterone nella PCOS

Alti livelli di androgeni in gravidanza

Nel cercare di capire quali possano essere i fattori che influenzano l’allattamento nelle donne con sindrome dell’ovaio policistico è molto interessante prendere in esame anche uno studio che riguarda gli androgeni nelle donne durante la gestazione.

Proprio in quest’ambito, nel 2008, uno studio ha indagato su quante donne PCOS allattano e ha correlato i livelli di androgeni durante la gravidanza con il tasso di allattamento al seno. [3]

A un mese dal parto il 75% delle donne PCOS allattava esclusivamente al seno, mentre il 14% non allattava affatto. Nel gruppo delle donne sane, l’89% allattava esclusivamente al seno, mentre solo il 2% non allattava. Queste differenze, invece, andavano ad assottigliarsi dopo tre e sei mesi dal parto. Lo studio ha quindi concluso che le madri con PCOS sembrano avere un tasso di allattamento al seno ridotto nel primo periodo postnatale rispetto alle donne sane.

Ma i ricercatori hanno trovato un possibile legame negativo tra i livelli di ormoni androgeni nelle madri PCOS e i tassi di allattamento al seno. Nelle donne PCOS si registrano spesso, sia prima che durante la gravidanza, alti livelli di testosterone che finiscono per limitare l’allattamento e renderlo più difficoltoso.

Come incide l’insulino-resistenza sull’allattamento?

Un ruolo molto importante nella produzione del latte è svolto anche dall’insulina e quindi la presenza di insulino-resistenza, molto frequente nelle donne PCOS, può interferire con l’allattamento. Vediamo perché.

Uno studio del 2013, condotto dagli scienziati del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center e dell’Università della California, si è concentrato proprio sul ruolo dell’insulina nell’allattamento. [4]

Gli stessi ricercatori, in uno studio precedente, avevano già ipotizzato un ruolo dell’insulina nella formazione del latte materno, dove avevano osservato che in mamme che presentavano sovrappeso, età avanzata o aver dato alla luce un bimbo con un bel peso alla nascita, il latte materno impiegava più tempo a formarsi.

Questa volta, invece, lo studio, oltre a essere il primo a descrivere come la ghiandola mammaria umana diventi altamente sensibile all’insulina durante l’allattamento, è il primo anche a ottenere un quadro accurato di come determinati geni vengono attivati nella ghiandola mammaria umana durante l’allattamento.

I ricercatori hanno utilizzato la tecnologia di sequenziamento di nuova generazione, quella a RNA per comprendere meglio il funzionamento di tutti i geni attivi nelle ghiandole mammarie.

È emerso che fin dalla formazione del colostro, questi geni vengono accesi o spenti nelle cellule della ghiandola mammaria. Tra tutti i geni delle donne con insulino-resistenza, c’è un gene in particolare che viene espresso in modo più evidente. Questo gene, che è in grado di spegnere i segnali che l’insulina trasmette nelle cellule quando si lega al suo recettore, diventa il ponte di legame tra insulino-resistenza e difficoltà nella produzione di latte.

L’importanza dell’allattamento al seno per le donne PCOS

Che allattare faccia bene ai bambini è ormai un argomento consolidato, al contrario non si parla tantissimo dei vantaggi di questa pratica sull’organismo della donna. In particolar modo, in presenza di alcune condizioni come PCOS, diabete (tipo 1, tipo 2 e gestazionale) e obesità, l’allattamento al seno risulta essere particolarmente benefico. [5]

Nello specifico, per le madri, i benefici immediati dell’allattamento al seno includono: [6]

  • effetti positivi sul controllo dello stress e della pressione sanguigna,
  • recupero del peso pregravidico,
  • ridotto rischio di emorragia post partum.

Gli effetti a lungo termine, invece, includono la riduzione del rischio di: [6]

Soffermandoci proprio su quest’ultimo aspetto, va ricordato che le donne con la sindrome dell’ovaio policistico hanno un rischio quattro volte maggiore rispetto alle altre donne di sviluppare il diabete di tipo 2. [7]

Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche Prevenire il diabete nella PCOS

Diversi studi hanno quindi dimostrato come l’allattamento aiuti a proteggere la donna dallo sviluppo del diabete di tipo 2. In particolare, uno studio condotto su 1200 donne tra i 18 e i 30 anni, ha registrato un rischio ridotto del 47% di sviluppare il diabete per le donne che allattano per almeno sei mesi il proprio bambino. Il rischio, invece, si riduce del 25% per quelle che hanno allattato per meno di sei mesi. L’incidenza del diabete è diminuita quindi con l’aumentare della durata dell’allattamento, indipendentemente dalla razza, dallo stile di vita e dai fattori di rischio metabolici misurati prima della gravidanza. [8]

Tuttavia, l’allattamento sembra avere un ruolo importante nel prevenire lo sviluppo del diabete di tipo 2 anche nelle donne che durante la gravidanza hanno sofferto di diabete gestazionale.

Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche Gravidanza, diabete gestazionale e PCOS

Anche in questo caso, uno studio del 2019 ha dimostrato come le donne con diabete gestazionale che allattano al seno fino a 6 o 12 mesi del bambino hanno il 9% di probabilità in meno di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto alle neomamme che non hanno allattato. Si arriva poi al 15% di probabilità in meno per le donne che allattano fino a due anni e al 27% per quelle che allattano per più di due anni. [9]

Ma non solo. La durata e l’intensità dell’allattamento al seno sono due fattori fondamentali anche nel ridurre il rischio di recidiva del diabete gestazionale, che in genere si verifica nel 70% dei casi. [10]

Un recentissimo studio di febbraio 2022, condotto su 210 donne alla seconda gravidanza che durante la prima avessero sofferto di diabete gestazionale, ha dimostrato che nelle donne che allattano al seno per più di 6 mesi si può verificare una riduzione del 18% del rischio di diabete gestazionale. [10]

Conclusioni

L’allattamento al seno è fondamentale, sia per la salute del bambino che per prevenire alcune patologie, come il diabete di tipo 2, per la neomamma. Dovrebbe essere quindi essere protetto, promosso e sostenuto in primis dagli operatori sanitari.

Tuttavia, come abbiamo visto, una bassa produzione di latte potrebbe presentarsi in concomitanza di squilibri ormonali associati alla PCOS.

Per questo motivo, ricordiamo ancora una volta quanto le modifiche nella dieta e nello stile di vita rappresentano il miglior alleato anche in questa fase così delicata come quella del post partum.

Fonti

[1] Ministero della Salute: Latte materno, istruzioni per l’uso 
[2] L. Marasco et al., Polycystic ovary syndrome: a connection to insufficient milk supply?
[3] E. Vanky et al., Breastfeeding in polycystic ovary syndrome
[4] D.G.Lemay et al., RNA Sequencing of the Human Milk Fat Layer Transcriptome Reveals Distinct Gene Expression Profiles at Three Stages of Lactation
[5] K.Rassie et al., Metabolic Conditions Including Obesity, Diabetes, and Polycystic Ovary Syndrome: Implications for Breastfeeding and Breastmilk Composition
[6] C. Giuliani et al., Breastfeeding and diabetes
[7] Fondazione Veronesi: Una donna su 10 soffre di sindrome dell’ovaio policistico, e per loro il rischio di diabete quadruplica. Perdere peso è la prima cura
[8] E. P. Gunderson et al., Lactation Duration and Progression to Diabetes in Women Across the Childbearing Years
[9] S. H. Ley et al., Lactation Duration and Long-term Risk for Incident Type 2 Diabetes in Women With a History of Gestational Diabetes Mellitus
[10] S. J. Melov et al., The BLIiNG study – Breastfeeding length and intensity in gestational diabetes and metabolic effects in a subsequent pregnancy: A cohort study

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