1) Non solo ovaie…anche PANCREAS
Ebbene sì, la chiamano Sindrome dell’Ovaio Policistico ma in realtà la PCOS non riguarda solo le ovaie. Uno dei principali organi coinvolti è il pancreas.
In presenza di PCOS, le cellule beta del pancreas devono produrre quantità maggiori di insulina per riuscire a mantenere livelli ottimali di glucosio nel sangue. Si parla di “iper-insulinemia compensatoria”: la glicemia non risulta alterata, ma in realtà nell’organismo c’è un’iniziale alterazione del controllo glicemico. Quest’alterazione, a lungo andare, sfocia in insulino-resistenza (le cellule non rispondono più al segnale indotto dall’insulina).
Tale alterazione è caratteristica delle donne PCOS e seppure si riscontra maggiormente quando vi è presenza di sovrappeso e obesità (60-70%), in realtà non è raro trovarlo anche in donne PCOS magre (circa il 30%). [1]
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2) …anche Ghiandole Surrenali
Il coinvolgimento delle ghiandole surrenali, responsabili della secrezione di importanti ormoni, è una conseguenza del punto precedente. L’iperinsulinemia, infatti, induce un aumento della produzione di ormoni maschili (androgeni).
Questi ormoni vengono prodotti sia dall’ovaio che dal surrene, causando iperandrogenismo.
L’iperandrogenismo provoca gran parte dei segni della PCOS: irsutismo, alopecia, acne. È sicuramente un parametro che va tenuto sotto controllo, un campanello d’allarme che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe sin dall’età adolescenziale. [2]
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3) Nessuna terapia è efficace senza una variazione dello stile di vita
Un corretto stile di vita di una donna PCOS prevede:
- un’alimentazione povera di zuccheri che consenta al pancreas di lavorare meglio;
- attività fisica regolare per mantenere il metabolismo attivo.
La PCOS è una sindrome che si modifica nel tempo ma dalla quale non si guarisce. L’approccio terapeutico non può prescindere dalla forza di volontà individuale di impegnarsi a rispettare uno stile di vita sano che include: ridurre la sedentarietà, seguire un’alimentazione corretta con il giusto apporto di grassi, carboidrati e proteine, preferendo alimenti a basso indice glicemico [3]. L’indice glicemico è la velocità con la quale i carboidrati e le proteine di un alimento vengono digeriti, assorbiti, eventualmente trasformati dal fegato, e riversati nuovamente nel sangue sotto forma di glucosio; in parole povere, all’indice glicemico corrisponde la velocità con la quale si alza la glicemia dopo un pasto.
E riprendendo il punto 1 dell’articolo, abbiamo ormai compreso che la gestione della PCOS, passa attraverso un miglior controllo della glicemia.
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4) La PCOS ha molti sintomi
Non esiste una descrizione unica di donna PCOS. Sono stati definiti dei macrogruppi (fenotipi) in funzione di quelle che sono le alterazioni clinicamente manifeste [2,4]:
Fenotipo 1 – “PCOS classica”
1) Iperandrogenismo clinico e/o laboratoristico
2) Evidenza di oligo-anovulazione
3) Aspetto ecografico dell’ovaio policistico
Fenotipo 2 (NIH criteria)
1) Iperandrogenismo clinico e/o laboratoristico
2) Evidenza di oligo-anovulazione
Fenotipo 3 “PCOS ovulatoria”
1) Iperandrogenismo clinico e/o biochimico
2) Aspetto ecografico dell’ovaio policistico
Fenotipo 4 “PCOS non iperandrogenica”
1) Evidenza di oligo-anovulazione
2) Aspetto ecografico dell’ovaio policistico
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5) Una PCOS è per sempre
Non esiste, purtroppo, una terapia risolutiva della PCOS, perché non è ancora definita la vera causa.
Esistono strategie terapeutiche in funzione dell’obiettivo primario che generalmente cambia con l’età [5]:
- riduzione dei segni dell’iperandrogenismo (acne, alopecia, irsutismo),
- ricerca di gravidanza,
- controllo glicemico.
Generalmente il controllo degli androgeni rappresentano le terapie di primo approccio nelle giovani ragazze al fine di migliorare gli inestetismi legati alla PCOS. Con questo obiettivo si inserisce ad esempio l’uso delle pillole contraccettive.
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L’estro-progestinico non è più valido se si desidera invece una gravidanza. Per cui spesso farmacologicamente si usa il clomifene citrato per indurre l’ovulazione.
Con l’avanzare dell’età il rischio dei disordini metabolici aumenta per cui la gestione dell’insulina rimane l’obiettivo primario e la terapia prevede spesso l’ausilio di insulino-sensibilizzanti.
Tra le molecole naturali, il myo-inositolo ha dimostrato in diversi studi di essere utile nel ripristinare l’equilibrio ormonale e la funzionalità ovarica e nel migliorare i parametri metabolici. [6] Inoltre, può essere assunto per lunghi periodi senza effetti avversi per la salute [7].
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Fonti
[1] Ministero della Salute: Giornata Mondiale d’azione sui Disturbi dell’Alimentazione 2022
[2] I. Krug et al., Binge eating in patients with polycystic ovary syndrome: prevalence, causes, and management strategies
[3] ISSalute: Anoressia nervosa
[4] ISSalute: Bulimia nervosa
[5] ISSalute: Disturbo da alimentazione incontrollata
[6] Salute della donna: Disturbi dell’alimentazione
[7] M. Bernadett, A. Szemán-N, Prevalence of eating disorders among women with polycystic ovary syndrome
[8] I. Lee B.A. et al., Increased risk of disordered eating in polycystic ovary syndrome
[9] H.Teede et al., Polycystic ovary syndrome: a complex condition with psychological, reproductive and metabolic manifestations that impacts on health across the lifespan
[10] F. Q. da Luz et al., Obesity with Comorbid Eating Disorders: Associated Health Risks and Treatment Approaches