Cosa sono gli omega-3?
Gli omega-3 sono molecole che appartengono al gruppo nutrizionale dei lipidi. Sono grassi polinsaturi che il corpo non è in grado di produrre autonomamente, ma devono necessariamente essere assunti tramite l’alimentazione.
Gli omega-3 sono liquidi anche a basse temperature, sono fortemente instabili alla luce, al calore e all’ossigeno. [1]
I principali acidi grassi omega-3 sono tre:
- acido alfa-linolenico (ALA),
- acido eicosapentaneoico (EPA),
- acido docosaesaenoico (DHA).
Nonostante tutti gli omega-3 siano considerati essenziali, quello da considerare propriamente essenziale è l’ALA, dal quale l’organismo è in grado di ricavare tutti gli altri.
Comunemente, gli omega-3 vengono definiti “grassi buoni” per le loro proprietà benefiche, molte delle quali sono confermate da studi scientifici che ne dimostrano principalmente l’attività antinfiammatoria. Infatti, tra i claims approvati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) troviamo [2]:
- ALA contribuisce al mantenimento di livelli normali di colesterolo nel sangue;
- EPA ed il DHA contribuiscono al normale funzionamento del cuore;
- DHA contribuisce al mantenimento della normale funzione cerebrale;
- DHA assunto dalla madre contribuisce al normale sviluppo dell’occhio e del cervello del feto e dei bambini, se allattati al seno.
I benefici
I possibili benefici degli omega-3 sulla sindrome dell’ovaio policistico sono stati ampiamente discussi.
Gli studi che hanno indagato l’effetto degli omega-3 sulla sindrome hanno dimostrato che nelle donne PCOS la supplementazione con questi grassi è associata a un miglioramento di insulino-resistenza, dislipidemie e iperandrogenismo. [3]
Gli acidi grassi omega-3 risultano utili anche per migliorare l’eccessivo stress ossidativo causato da follicologenesi e iperinsulinemia.
Infine, da uno studio condotto su 78 donne PCOS è emerso come il trattamento con omega-3 è in grado di ridurre anche i livelli di testosterone e di stabilizzare il ciclo mestruale. [4]
Omega-3 come regolatori dell’infiammazione
Gli omega-3 sono quindi utili per la loro azione antinfiammatoria che può aiutare anche a gestire segni e sintomi della PCOS. Ma perchè?
L’infiammazione è controllata dalle resolvine, molecole che regolano la fase conclusiva di un processo infiammatorio acuto, riparando i tessuti danneggiati e ripristinando lo stato di buona salute dell’organismo. E alcuni studi descrivono proprio l’azione antinfiammatoria delle resolvine, che derivano dal metabolismo degli omega-3, in particolare dal DHA e dall’EPA. [5]
Evidenze scientifiche recenti hanno, infatti, sottolineato come nella PCOS si assiste frequentemente a un incremento degli indici infiammatori correlati a uno stato infiammatorio silente, ma cronicizzato.
Viene spesso riscontrato un incremento della proteina C reattiva (CRP), dell’interleuchina-6 (IL-6), dell’interleuchina-18 (IL-18), delle citochine ed interleuchine ad azione pro-infiammatoria che, a loro volta, contribuiscono all’iper-androgenismo e alle problematiche metaboliche. [6]
Inoltre, le pazienti PCOS con elevati livelli di PCR avrebbero un rischio maggiore di sviluppare patologie cardiovascolari. [7]
Omega-3 e azione antiossidante
Di stress ossidativo si parla molto spesso e riguarda quello che viene definito lo squilibrio tra la produzione di radicali liberi e la capacità dell’organismo di difendersi dai loro effetti dannosi.
In quest’ottica, in letteratura, diverse ricerche hanno quindi studiato la relazione tra stress ossidativo e PCOS.
Da uno studio del 2013 è emerso come i marcatori ossidativi circolanti nelle donne con la sindrome sono significativamente più elevati rispetto alle donne sane. [8]
Questo fa, quindi, pensare che la PCOS può essere considerata come uno stato ossidativo, dove gli antiossidanti nell’organismo non riescono a bilanciare l’eccessiva produzione di radicali liberi.
Proprio a tal proposito, un altro studio, pubblicato sulla rivista Archives of Gynecology and Obstetrics e condotto su 60 donne con PCOS, ha indagato gli effetti della somministrazione di antiossidanti di diversa natura: omega-3, acido folico, selenio, vitamina E, catechina, e coenzima Q10. I risultati hanno dimostrato un significativo miglioramento del rapporto tra gli ormoni LH e FSH, notoriamente alterato nella sindrome. [9]
Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche PCOS, l’importanza del rapporto LH e FSH
Tuttavia, l’effetto positivo potrebbe non essere dovuto solo agli omega-3 ma alla combinazione dei diversi nutrienti antiossidanti (omega-3, selenio, vitamina E e il coenzima Q10) che sono noti per eliminare i radicali liberi e inibire l’ossidazione lipidica e proteica. [9]
Omega-3 e insulino-resistenza
Per quanto riguarda, invece, il ruolo degli omega-3 nella gestione dell’insulino-resistenza e nella prevenzione del diabete si sono concentrati diversi studi, ma vediamo quelli più recenti.
Uno studio del 2013 ha mostrato come in seguito alla somministrazione per 6 mesi di omega-3 si registri una diminuzione dei livelli di insulina. [10]
Allo stesso tempo, una review del 2018, analizzando 9 studi con 591 pazienti, ha dimostrato come una dieta ipocalorica e ricca di omega-3 sia raccomandabile per ridurre le complicazioni della PCOS, soprattutto in presenza di una elevata resistenza all’insulina e con livelli di trigliceridi e colesterolo elevati. [11]
Le fonti di omega-3
L’assunzione di omega-3 è comunque possibile soprattutto attraverso un’alimentazione sana e variegata.
Tra gli alimenti più ricchi di omega-3 EPA e DHA troviamo: [1]
- acciughe
- aringhe
- sgombro
- salmone
- sardine
- storione
- trota
- tonno
Invece, tra gli alimenti più ricchi di omega-3 ALA troviamo: [1]
- noci
- semi di lino
- olio di soia
- avocado
Se vuoi conoscere i temi legati alla dieta specifica per la sindrome dell’ovaio policistico la sezione dedicata all’Alimentazione.
Conclusioni
La letteratura scientifica ha evidenziato come gli omega-3 sono importanti non solo per contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione, ma anche per ridurre i livelli di testosterone, stabilizzare il ciclo mestruale, contrastare l’insulino-resistenza e tenere sotto controllo colesterolo e trigliceridi nelle donne con PCOS.
È quindi importante seguire una dieta varia ed equilibrata che fornisca la giusta quantità di questi grassi acidi o in alternativa valutare con il proprio medico un’eventuale integrazione.
Fonti
[1] Humanitas: Omega 3
[2] ISSalute: Acidi grassi Omega-3
[3] M. Salek et al., N-3 fatty acids as preventive and therapeutic agents in attenuating PCOS complications
[4] A. Nadjarzadeh et al., The effect of omega-3 supplementation on androgen profile and menstrual status in women with polycystic ovary syndrome: A randomized clinical trial
[5] C.N. Serhan, Novel omega — 3-derived local mediators in anti-inflammation and resolution
[6] S. Ramamoorthy et al., A Cross Sectional Study on the Status of Inflammatory Markers in Polycystic Ovary Syndrome (Pcos) in Indian Population
[7] N. Boulman et al., Increased C-reactive protein levels in the polycystic ovary syndrome: a marker of cardiovascular disease
[8] M. Murri et al., Circulating markers of oxidative stress and polycystic ovary syndrome (PCOS): a systematic review and meta-analysis
[9] F. Sadeghi et al., Omega-3 and vitamin E co-supplementation can improve antioxidant markers in obese/overweight women with polycystic ovary syndrome
[10] G. Oner, I. Muderris, Efficacy of omega-3 in the treatment of polycystic ovary syndrome
[11] K. Yang et al., Effectiveness of Omega-3 fatty acid for polycystic ovary syndrome: a systematic review and meta-analysis