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PCOS: sintomi diversi, fenotipi diversi

Le donne con sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) condividono esperienze simili, eppure non sono tutte uguali: segni e sintomi della sindrome possono manifestarsi in modo diverso da donna a donna rendendo ciascuna PCOS unica. La classificazione è stata fatta grazie ai Criteri di Rotterdam del 2003 i quali indicano che è necessaria la presenza di almeno 2 su 3 dei seguenti sintomi (1):

Infatti, sebbene si tenda a parlare di PCOS in modo generico si deve sapere che ne esistono 4 tipi o, meglio, 4 fenotipi: A, B, C, D (1).

  1. Fenotipo A: è il fenotipo più comune, rappresentato da tutti e 3 i sintomi. Infatti, viene anche chiamata PCOS classica.
  2. Fenotipo B: anche questo fenotipo rientra nella PCOS classica, sebbene abbia solo 2 sintomi su 3: iperandrogenismo e disturbi del ciclo mestruale.
  3. Fenotipo C: è rappresentato da donne con iperandrogenismo e disfunzioni ovulatorie; infatti, viene identificata comunemente come PCOS ovulatoria.
  4. Fenotipo D: particolarmente rappresentato da donne con PCOS non iperandrogeniche, ma che mostrano disturbi del ciclo e cisti ovariche.

Visita ginecologica: il primo step

Anche solo con uno di questi sintomi è sempre utile programmare una visita di controllo con il ginecologo di fiducia, che sulla base dei criteri suddetti farà una diagnosi.

La prima valutazione risiede in un controllo ecografico delle ovaie, e se si evidenziano 12 o più follicoli che misurano 2 – 9 mm o con un volume ovarico ≥ 10 cm3 allora si può parlare di cisti ovariche.

Un’ulteriore valutazione risiede nel controllo del ciclo mestruale per capire se la donna presenta anche il sintomo di oligo/anovulazione.

Se lo ritiene necessario, e in presenza di specifica sintomatologia (irsutismo o acne) il medico decide di fare una valutazione ormonale, per controllare un’eventuale presenza di ipereandrogenismo.

Visita endocrinologica, quando e perché

Se il ginecologo è particolarmente attento anche agli aspetti metabolici, si effettua anche un’analisi del pannello glucidico, oppure sarà l’endocrinologo a valutare in maniera più approfondita questi aspetti. In particolar modo, può decidere di misurare l’HOMA-index, l’emoglobina glicata e/o OGTT (curva da carico orale di glucosio).

Ma perché si valutano anche questi aspetti se non rientrano nei criteri dignostici?

L’insulino-resistenza colpisce circa il 65% delle donne con PCOS, ma non interessa solo le donne PCOS obese, tanto che la sua prevalenza tra le normopeso è segnalata tra il 6 e il 22% (2).

È ormai noto nel mondo scientifico che l’iperproduzione di androgeni o iperandrogenismo è causata da diversi fattori, tra i quali compare quello attualmente di nostro interesse: l’insulino-resistenza. L’insulino-resistenza (IR) è una condizione dismetabolica che porta a una condizione detta di iperinsulinemia. Infatti, in caso di insulino-resistenza il pancreas aumenta la produzione di insulina e si arriva all’iperinsulinemia. L’insulina non essendo più capace di regolare i livelli di glucosio ematici, determina anche un aumento del glucosio che è dunque indice di questo dismetabolismo.

La sua pericolosità sta nel fatto che può condurre a una disfunzione pancreatica permanente e ridotta/assente produzione di insulina. Infatti, inizialmente gli aumentati livelli di insulina compensano l’aumento di glicemia, ma a lungo andare il pancreas si “stanca” e smette di funzionare. Il risultato è un aumento costante, anche a digiuno, dei livelli di glucosio nel sangue: una condizione ben nota come diabete mellito (2).

Conseguenze alla diagnosi di PCOS

Le conseguenze alla diagnosi della PCOS possono essere molteplici e interessare diverse aree, tra cui (3):

  • Metabolica: diabete di tipo 2, pressione alta, colesterolo LDL elevato e HDL basso;
  • Ginecologica: aborto spontaneo, alterazioni dello spessore endometriale, diabete gestazionale e preeclampsia;
  • Emotiva: depressione e ansia.

Subito dopo la diagnosi di PCOS è soprattutto la terza area a essere colpita.

Diversi studi in letteratura hanno dimostrato che circa il 34% delle donne che soffrono di PCOS manifestano depressione, mentre il 45% manifestano ansia, contro il 7% della popolazione femminile. Depressione e ansia, come noto, hanno entrambi un impatto importante sulla qualità della vita nel complesso, sia a livello fisico, psicologico e sociale (4).

Diventa fondamentale scegliere un professionista qualificato che si prenda cura a 360° dei problemi di una donna con PCOS, compresi gli aspetti che colpiscono l’aspetto emotivo.

Bibliografia:

  1. https://sindromeovaiopolicistico.it/tipologie-pcos/;
  2. https://sindromeovaiopolicistico.it/quello-stretto-legame-tra-insulino-resistenza-e-pcos/;
  3. https://www.valorinormali.com/malattie/ovaio-policistico/#:~:text=stile%20di%20vita.-,Conseguenze,glucosio)%20prima%20dei%2040%20anni;
  4. https://sindromeovaiopolicistico.it/convivere-con-la-pcos-assumere-il-controllo-contro-ansia-depressione-e-paure/.

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